…diciassette anni
Noi ebrei, che riusciamo a celebrare il seder di Pesach senza quasi nominare Mosè, siamo – o, almeno, dovremmo essere – poco propensi ad affidarci ai leader carismatici. Forse anche per questo fa uno strano effetto aver passato diciassette anni della storia italiana a confrontarci sempre con lo stesso personaggio (capo del governo o dell’opposizione, ma comunque sempre presente): un tempo infinito soprattutto per i giovani, i miei allievi ma anche gli ex allievi, che non hanno mai conosciuto l’Italia prima di lui. Ricordo riferimenti scherzosi alla caduta del suo primo governo nella recita di Purim che avevo preparato con una prima media; intanto sono scoppiate guerre e sono terminate, sono caduti dittatori che sembravano eterni, presidenti e premier in giro per il mondo hanno iniziato e concluso la loro parabola politica; un ragazzo di quella prima media siede ora nel consiglio della comunità. Quella recita di Purim potrebbe essere ripetuta tale e quale con i medesimi riferimenti. Auguro agli undicenni di oggi che le loro recite tra diciassette anni suonino datate.
Anna Segre, insegnante