Paola Severino alla Giustizia. “Applauso di noi studenti”
“È una vittoria importante per la giustizia italiana e per il diritto. In questo momento ce n’era proprio bisogno per ridare fiducia ai cittadini”. Con queste parole, la giurista e docente Paola Severino commentò gli esiti del processo al criminale nazista Erich Piebke che l’aveva vista al fianco dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (la Corte di Cassazione riaprì allora il processo contro l’ex ufficiale delle Ss). Oggi, accompagnata da un fragoroso, commosso applauso dei suoi studenti, la professoressa Severino è il nuovo ministro della Giustizia (la prima volta, per una donna) di un’Italia che tenta il rilancio. Creare un esecutivo tecnico. È stato questo il compito che il Quirinale ha affidato al professore Mario Monti all’indomani della fine del governo Berlusconi.
Dopo scommesse e disparate previsioni in Italia e in tutto il mondo, il nuovo presidente del Consiglio ha scelto la squadra che lo affiancherà nella lunga strada per salvare lo Stato italiano dalla crisi.
Il governo da poco formato è composto da docenti, banchieri, professionisti, imprenditori: nessun politico al suo interno.
I candidati erano innumerevoli, eppure Monti ha optato per persone nuove, mai state sotto i riflettori della politica, ma abituate ad avere un approccio pragmatico ai problemi quotidiani.
Tutti curricula eccellenti. Corrado Clini, negoziatore climatico per l’Italia in campo internazionale, come nuovo ministro dell’Ambiente, o Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore italiano a Washington, alla guida della Farnesina, ne sono alcuni esempi.
Tre le donne scelte da Monti: Elsa Fornero per le Pari opportunità, Anna Maria Cancellieri agli interni e Paola Severino al ministero della Giustizia. Quest’ultima è, nella storia della Repubblica italiana, la prima donna a sedersi sulla poltrona di via Arenula. Allieva di Giovanni Maria Flick, ministro della Giustizia nel primo governo Prodi e presidente emerito della Corte Costituzionale, si è laureata in giurisprudenza nel 1971, all’Università di Roma La Sapienza. Al momento della sua nomina a ministro, all’università Luiss Guido Carli è scoppiato l’applauso degli studenti. Qui è infatti prorettore vicario e professoressa ordinaria di Diritto penale. Con interesse e piacevole sorpresa è stata accolta la notizia della sua carica. Infatti, oltre ad essere stata l’avvocato di clienti famosi come Romano Prodi e Francesco Gaetano Caltagirone, il nuovo guardasigilli ha rappresentato, come già detto, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel processo al criminale nazista Erich Priebke.
Quello di Monti, sembra quindi essere un governo di uomini e donne capaci ed impegnati nel sociale. Basta pensare ad Andrea Riccardi, uno dei cinque ministri senza portafoglio. Il nuovo delegato alla Cooperazione internazionale, oltre ad essere professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Roma 3 è il fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Sempre in prima linea per difendere la pace e i diritti sociali, ha vestito più volte il ruolo di mediatore in diversi conflitti. Stima e rispetto reciproco sono ormai sentimenti consolidati tra la Comunità ebraica di Roma e Riccardi, il quale, dal 1994, organizza una manifestazione di commemorazione delle vittime del 16 ottobre 1943.
A pochi giorni dalla formazione del nuovo governo non vi è ancora spazio per critiche e constatazioni sull’operato di Monti e della sua equipe. Giudizi favorevoli e segnali positivi sono intanto arrivati dal Fondo monetario internazionale, dall’Unione europea e dalle agenzie di rating.
È una strada non facile quella che i 17 nuovi ministri hanno intrapreso. Le sfide sono molte e la situazione italiana non è delle migliori. Con la crisi e le varie problematiche che affliggono lo stato italiano, nessuno può dire con certezza quanti successi questo governo possa raggiungere. Resta il fatto che il nuovo esecutivo si sta dimostrando capace di richiamare molte speranze.
Sara Pavoncello