Qui Milano – Confronto senza compromessi
Milano, quasi inverno. Fuori nebbia e sciopero dei mezzi pubblici. Nella sala della libreria Claudiana, storico luogo di incontro sempre attento ai temi dell’attualità e della cultura ebraica, un incontro diverso dal consueto. A presentare “Ascolta la sua voce” (Giuntina editore), il libro che Chaim Cipriani (rabbino della sinagoga riformata Lev Chadash) ha dedicato alla condizione della donna nell’ebraismo, arrivano grandi nomi della scena culturale, come Andrée Ruth Shammah e Ugo Volli, la giovanissima regista teatrale Miriam Camerini. E con loro anche il direttore del dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca, che proprio da Milano, sua nuova sede di attività, sta rilanciando su scala nazionale un grande progetto intercomunitario di formazione e di cultura.
La sala è stracolma e fra i presenti, oltre a molti amici di Lev Chadash, anche tanti esponenti della Comunità (Consiglieri di maggioranza e di opposizione, intellettuali, persone impegnate in prima fila nelle attività ebraiche, fianco a fianco ebrei ortodossi ed ebrei che si sentono lontani dall’ortodossia).
Un confronto su temi vivi e attuali, talvolta netto, duro, sempre sereno e civile. Un confronto condotto con la determinazione di riaffermare senza timidezze e senza complessi se stessi, le proprie scelte, la propria storia e le proprie ragioni.
A chi gli domandava ragione della sua presenza in un ambiente tanto diversificato, il Rav Della Rocca ha risposto serenamente di esserci “non dovendo presentare a nessuno certificati di buona condotta” e sentendosi libero “di dialogare dal punto di vista di una ferma posizione ortodossa con chiunque abbia qualcosa da dire”. “Dialogare – ha aggiunto – è un dovere e un diritto, quando si riscontra onestà intellettuale nell’interlocutore. Se accettiamo di farlo con il papa e con l’imam, lo dobbiamo poter fare anche fra di noi”.
Parole chiare, ha lasciato intendere il Rav, che segnano, contrariamente a quello che alcuni avrebbero potuto temere, l’apertura di una nuova prospettiva, ma anche un rinnovato slancio nell’affermare le ragioni e i valori dell’ebraismo ortodosso e della tradizione ebraica italiana.
gv