Il calendario secondo l’ambasciatore Romano

Nella sua rubrica settimanale di cose ebraiche e israeliane sul Corriere della Sera di ieri Sergio Romano spiegava come mai solamente in Italia viga l’inutile sperpero delle elezioni la domenica e il lunedì mattina, mentre negli altri paesi civili il voto dura solo una giornata. Come si poteva intuire, è tutta colpa degli ebrei. La tornata elettorale di domenica 27 marzo 1994 coincideva, infatti, con la festa ebraica di Pesach, cosicché “il rabbino Toaff e altri esponenti della sua comunità protestarono denunciando la scelta della data”. Prontamente il premier Ciampi, livornese come Toaff, “si scusò pubblicamente con il rabbino e preparò un decreto che avrebbe permesso l’apertura dei seggi nella giornata di lunedì”. Da allora si è votato in Italia al lunedì per il Parlamento nel 1996, nel 2001, nel 2006, e nel 2008, e numerose altre volte per le Municipali, le Provinciali, le Regionali, e le Europee. Non ci risulta che fosse Pesach o un’altra ricorrenza ebraica. Ma forse Romano conosce il calendario ebraico meglio di noi.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme