La stampa ebraica alla sfida del futuro

Per chi scrivere e cosa scrivere. Oggi come nel passato, la stampa ebraica si è sempre posta il problema del pubblico e dei contenuti: rivolgersi solo all’interno su questioni strettamente legate all’ebraismo o aprire il confronto cercando di coinvolgere il mondo esterno? Un dibattito aperto che nell’era di internet e degli smartphone diventa ancor più rilevante, vista la facilità con cui è possibile raggiungere utenti e lettori. Attorno a queste tematiche, con uno sguardo alla tradizione, si è concentrato il convegno sulla stampa ebraica, tenutosi ieri al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ad aprire i lavori, dopo i saluti del presidente dell’Unione Renzo Gattegna, Bella Szwarcman-Czarnota, cofondatrice del mensile ebraico polacco Midrasz, intervistata dal giornalista e coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’UCEI Guido Vitale. La tragedia della Shoah, il regime comunista, l’antisemitismo, in un secolo di storia la realtà ebraica polacca è stata completamente stravolta: da tre milioni e mezzo prima della guerra, gli ebrei sono passati alle poche migliaia di oggi. Dal florido giornalismo ebraico, con autorevoli quotidiani e riviste in yiddish, si è passati a poche pubblicazioni che lottano, con encomiabile energia, per sopravvivere. Midrasz di Szwarcman-Czarnota è un esempio di questa vitalità. “Parliamo al mondo ebraico come alla società civile – spiega la giornalista – e abbiamo tra l’altro un nuovo pubblico: coloro che scoprono solo in età adulta di essere ebrei; persone che cercano risposte a un’identità sconosciuta e a cui noi vogliamo dare, per quanto possibile, il nostro aiuto”.
Dall’emancipazione al sionismo, la stampa ebraica è stata negli anni uno dei luoghi centrali del dibattito interno sulle delicate questioni legate al futuro dell’ebraismo italiano. A disegnare un quadro di questa eterogenea esperienza sono stati il professor Bruno Di Porto, la storica Anna Foa, Laura Brazzo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e, in veste di coordinatore dei lavori, Stefano Caviglia. “Presenze ebraiche in Internet: Judaica Europeana, Stella di Davide e Tricolore” è stato invece il tema della terza sessione del convegno. Protagoniste Marzia Piccininno, Maria Teresa Natale e la storica Laura Quercioli Mincer. A moderare gli interventi Sira Fatucci.
A chi vi rivolgete? Quali sono i vostri contenuti? Sono alcune delle domande che il consigliere UCEI Victor Magiar ha posto a direttori e giornalisti di alcune testate ebraiche italiane: Laura Brazzo, in rappresentanza del Bollettino della Comunità ebraica di Milano, Giacomo Kahn, direttore di Shalom, Anna Segre, direttrice del bimestrale torinese Ha-Keillah, e Adam Smulevich della redazione di Pagine Ebraiche. Un confronto vivace in cui sono emerse convergenze e diversità sul ruolo che deve assumere il giornalismo ebraico in Italia. Parlare al mondo interno, aprire dibattiti su questioni strettamente ebraiche, esprime posizioni politiche ma anche raccontare la cultura, la tradizione, i valori dell’ebraismo, italiano e non, al grande pubblico; e ancora cercare di spiegare la situazione politica israeliana così come restituire a Israele un’identità svincolata dall’onnipresente conflitto mediorientale.

Daniel Reichel