Mel Gibson e i Maccabei

Mel Gibson aveva tutte le carte per conquistare il popolo femminile. Un ruolo da eroico combattente scozzese in Braveheart, del quale firma la regia. Poi veste i panni del seduttore Nick Marshall, ritrovandosi a sentire tutti i pensieri delle donne in What Women Want. Una di quelle classiche commedie rosa di Nancy Meyers da guardare avvolti nel piumone mentre fuori scende copiosamente la pioggia. Nozze d’argento con la moglie Robyn Moore che sforna per lui sette pargoli. Sembrava una canaglia che, una volta conquistata, resterà fedele sempre come un cucciolo di labrador. La regia di The passion con Rosalinda Celentano che interpreta Satana e la Bellucci come Maria Maddalena aveva destato qualche malumore. Ma ci eravamo grattati la testa e avevamo lasciato correre. Poi tutto precipita. La moglie scopre il tradimento con Oksana Grigorieva. Mel Gibson fa affermazioni razziste e antisemite senza nemmeno un tocco di originalità (della serie “il mondo va a rotoli per colpa degli ebrei”), giustificandosi ammettendo la sua dipendenza da alcol. Oksana lo denuncia per maltrattamenti. Dove è finito l’adorabile Nick che incespica sui tacchi cercando di capire cosa vogliono le donne? Perfino lui è diventato un cinquantenne malconcio che beve caffè corretto nel bar del quartiere e inveisce contro la sua amata. Ma ecco che arriva quella che per molti è la dimostrazione di un suo mea culpa. Gibson produrrà un film che narra la vicenda di Yeudah il maccabeo. Il film uscirà a Chanukkah? I cinema sostituiranno per l’occasione le sufganioth ai pop corn? Le fonti per il momento riportano l’incontro con lo sceneggiatore Joe Eszterhas. Chissà che non lo faranno diventare uno di quei film in 3D con teste che volano e grida di battaglia. Il progetto è stato tenuto nel cassetto per parecchi anni e adesso si sta concretizzando. Mel in una intervista ha detto di aver letto da ragazzo i Libri dei Maccabei e di esserne rimasto molto affascinato. Effettivamente è perfetto per una americanata stile Ben-Hur, il gladiatore jewish version. Alcune organizzazioni ebraiche si sono mobilitate per fermare il film, di certo speravano una trasposizione sullo schermo targata Dreamworks. Mentre i businessmen di Hollywood decidono la sorte della pellicola godiamoci un imminente Channukkah tradizionale, lontano da megaschermi e da Mel Gibson.

Rachel Silvera