…odio

Per il mondo ebraico non è un bel periodo. Da un lato, come molti temevano, la primavera araba si sta trasformando in un inverno israeliano. Si sperava che i Paesi arabi si dirigessero verso un modello turco (ai miei occhi l’ipotesi democratizzazione in termini occidentali non è mai stata credibile) e invece pare stia avvenendo il contrario, vista la sempre più acuta propaganda di Erdogan. Nell’Europa della crisi economica, stiamo poi ponendo le basi per una virulenta campagna antisemita fomentata dall’estrema destra, per cui l’ebreo è lo straniero che inquina la purezza etnica o che toglie il posto di lavoro, e dall’estrema sinistra, per cui è lo Shylok che tiene i soldi per sé sottraendoli al popolo. Pregiudizi che riflettono entrambi la pervicace resistenza ebraica alle categorie universalistiche dell’Occidente, un “delitto” che nessuno ci ha mai perdonato. Ed in tutto questo, ammettiamolo, non si sa bene cosa fare; temo che atteggiamenti puramente difensivi, da schema logico, finiscano col fomentare l’odio, ma è pur vero che se non ci si difende si muore…

Davide Assael, ricercatore