interpretazioni…

Si dice spesso che ci sono varie interpretazioni del testo della Torà. È vero, i Chakhamìm dicono che ci sono almeno quattro metodi di interpretazione (letterale, allegorica, midrashica e mistica). Ma dicono anche che il testo non esce “dalla sua interpretazione letterale”. Che cosa vuol dire? Questa affermazione può avere vari significati, vorrei proporne uno. Dobbiamo essere capaci di leggere un testo tentando di capire cosa ci vuol dire e non facendogli dire ciò che vogliamo che dica. Provo a spiegarlo attraverso un episodio. Una persona mi disse una volta che voleva permettere una cosa halakhicamente controversa sulla base di un’interpretazione attribuita a un noto rabbino contemporaneo. Gli risposi che poteva essere legittimo ma che doveva prima chiedere a questo rabbino se l’interpretazione delle sue parole era corretta. Questa domanda non è mai stata fatta perché si sapeva che il rabbino avrebbe risposto negativamente. Questo è un esempio di uso strumentale dell’interpretazione di un testo. Abbiamo bisogno per motivi ideologici o pratici che la Torà o la Halakhà dicano una certa cosa e troviamo le pezze d’appoggio per fargliela dire.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano