…miopia

Recentemente ho partecipato a Vercelli a un convegno sul rapporto filosofia milanese, antifascismo e identità ebraica. Relazionando sulla figura di Piero Martinetti, grande filosofo, nonché uno dei 12 professori (su 1200), che hanno rifiutato il giuramento imposto dal regime fascista nel 1931, rinunciando alla cattedra, ne ho messo in evidenza la radicale venatura antisemita, resa evidente e dalla sua riflessione cristologia e dalla recente pubblicazione di un inedito di fine anni ’30 dedicato alla “questione ebraica”. Dato il crescente antisemitismo europeo, mi sono domandato sull’opportunità di un antifascismo che ha rimosso la questione ebraica. Una rimozione che ha impedito all’Europa, non solo un adeguato rapporto con le cosiddette radici ebraiche, ma con la più ampia immagine dell’Altro (dobbiamo sempre ricordare cosa stanno subendo oggi i rom in Ungheria). Assisto con grande interesse alle opinioni di Ugo Volli e Sergio Della Pergola sugli attuali pericoli per Israele e l’identià ebraica; mi chiedo se non ci sia anche da parte nostra una miopia sul significato della “differenza ebraica”, nel momento in cui si fanno distinguo fra partiti esplicitamente xenofobi e si definiscono gli uomini della destra di Geert Wilders “liberali conservatori filo israeliani”. Abbiamo visto con la legge sulla macellazione rituale quanto freghi loro di Israele e delle usanze ebraiche.

Davide Assael, ricercatore