Qui Milano – Un premio per la Memoria

Come ogni 7 dicembre, anche oggi sono stai consegnati gli Ambrogini d’oro, nome non ufficiale con cui vengono chiamate le onorificenze conferite dal Comune di Milano. La cerimonia si è svolta questa mattina in un Teatro dal Verme gremito di giornalisti, autorità, e di un calorosissimo pubblico i cui applausi quest’anno non sono mancati anche per l’Associazione Figli della Shoah, che ha ricevuto un Attestato di Civica Benemerenza. A ritirare il premio si sono presentati il Presidente Marco Szulc e i sopravvissuti ai campi di sterminio Liliana Segre e Aaron Tenembaum.
Costituita nel 1998, l’Associazione si occupa di mantenere viva la memoria della Shoah. In primo luogo attraverso le testimonianze dirette dei sopravvissuti ai campi di sterminio, ma anche con un’incessante opera di sensibilizzazione culturale, storica e civile, coinvolgendo le più eminenti personalità della cultura italiana e internazionale. Ha promosso e sostenuto con il Comune di Milano la realizzazione del memoriale “Binario 21” alla Stazione Centrale e ha inoltre realizzato decine di mostre offrendo quindi un contributo decisivo alla campagna di sensibilizzazione per l’istituzione del Giorno della Memoria a partire dal 2001. Oggi, al momento della consegna dell’Attestato, l’Associazione è stata definita “un simbolo di impegno tenace per una memoria consapevole e diffusa, contro ogni barbarie totalitaria e a favore della democrazia e della pace”.
“Dopo anni di lavoro silenzioso, questo Ambrogino d’oro è per noi un riconoscimento molto importante: mette in luce la nostra attività, che da sempre si rivolge in modo particolare alle scuole e ai giovani” ha affermato dopo la premiazione Daniela Dana Tedeschi, volontaria da alcuni anni presso l’Associazione. La Tedeschi ha poi aggiunto: “Questo è un premio che va anche più in generale al volontariato”.
Una medaglia d’oro è stata inoltre conferita a Vera Jarach Vigevani. Ebrea milanese emigrata in Argentina dopo la promulgazione delle leggi razziste, ha lavorato come giornalista a Buenos Aires raccontando il periodo della dittatura militare. Dopo la scomparsa della figlia Franca, è stata una delle prime donne ad aderire al movimento delle “madres de Plaza de Mayo”. Vera non ha mai dimenticato la sua città d’origine: da molti anni tiene incontri nelle università e nelle scuole milanesi sulla tragedia dei desaparecidos italiani.
Una Milano dunque attenta anche al mondo ebraico, che collabora all’arricchimento nel campo della cultura e della formazione che la città può offrire. Come ha detto il sindaco Giuliano Pisapia nel suo discorso d’apertura della cerimonia, interpretando anche il tema dei 150 anni di Unità d’Italia: “Unità è volere il bene di tutti, anche di chi è diverso da noi, per esempio perché professa un’altra religione. Milano deve essere solidale”.

Francesca Matalon