Qui Napoli – Lavorare per l’unità
Esiste un modello ebraico di politica? Quale contributo può dare l’etica ebraica alla vita politica? E ancora, si può essere allo stesso tempo impegnati nella politica comunitaria e nell’amministrazione della cosa pubblica? Domande suggestive e di strettissima attualità che tengono in questi giorni banco al Moked autunnale, tradizionale appuntamento di confronto e dibattito degli ebrei italiani che ha vissuto ieri la sua giornata inaugurale nel suggestivo scenario del Golfo di Napoli. Ad aprire i lavori, che prendevano idealmente il testimone dal terzo modulo del corso di formazione conclusosi in mattinata, un saluto del rav Roberto Della Rocca, che ha messo a confronto il concetto di “servire la Comunità” con quello di “servirsi della Comunità”, e gli interventi del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e del presidente della Comunità ebraica di Napoli Pierluigi Campagnano. Quest’ultimo, orgoglioso padrone di casa, ha sottolineato l’attivismo della Comunità partenopea nel costante e appassionato lavoro di risveglio ebraico nelle regioni dell’Italia meridionale. Un impegno che è stato ulteriormente rafforzato dall’Unione con il lancio del Progetto Meridione e che stimola la Comunità di Napoli, dice il suo leader, “ad essere un punto di riferimento per tutto il Sud”. Tornando all’interrogativo centrale del Moked (“Esiste un modo ebraico di fare politica?”) il presidente Gattegna ha affermato che, per avvicinarsi ad una risposta, è necessario analizzare la particolare esperienza storica degli ebrei, il loro rapporto con la tradizione e con le altre componenti delle società in cui si sono trovati nei secoli a vivere in un percorso talvolta pacifico ma assai più spesso difficoltoso e tormentato. Tra le figure esemplari per una decodificazione in questo senso il filosofo e biblista Itzchak Abravanel. Al grande pensatore di origine portoghese il rav Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana, ha dedicato una densa lectio magistralis che ha ricostruito alcuni tra i passaggi più significativi della sua riflessione politica. Dalla narrazione del rav Laras emerge la figura di un attento e fine osservatore dei suoi tempi che, vittima consapevole della sanguinosa espulsione degli ebrei dalla penisola iberica, profonde e immortali parole spese a difesa dei diritti dell’individuo e in opposizione a qualsiasi forma di totalitarismo. A seguire, moderati dal giornalista Guido Vitale, tre protagonisti dell’attuale vita comunitaria – il presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach, il suo omologo livornese Samuele Zarrough e il rabbino capo di Trieste rav Itzhak David Margalit – hanno riportato il dibattito ai giorni nostri. I tre si sono soffermati sulle sfide e sulle problematiche affrontate quotidianamente in Comunità convenendo su molti punti comuni e ribadendo la necessità di tutelare il confronto e la circolazione delle idee come pilastro essenziale sul quale edificare il futuro dell’ebraismo italiano. Dai relatori è quindi giunto l’appello ad abbandonare polemiche futili e strumentalità per concentrarsi sugli aspetti che uniscono piuttosto che su quelli che dividono.
Adam Smulevich