Chanukkah accende l’Italia ebraica
Nell’aria di ghiaccio del dicembre milanese, l’appuntamento con la grande Chanukkiah nel centro della città ha scaldato l’atmosfera tra luci, musica e balli. Nella cornice di corso Vittorio Emanuele, tra negozi e caffè, ad accogliere le autorità e il pubblico presenti sono stati il presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach, il rabbino capo Alfonso Arbib e rav Levi Hazan dell’Organizzazione giovanile Lubavich, promotrice della manifestazione. Il profondo legame tra Milano e la Comunità ebraica, che arricchisce la città con la sua storia e i suoi valori, contribuendo al cammino dell’integrazione delle sue minoranze, è stato al centro degli interventi, insieme all’auspicio che la luce di Chanukkah raggiunga tutti gli appartenenti alla Comunità e alla cittadinanza e insegni a rispettare e apprezzare le differenze. Come da tradizione è andato al vicesindaco Maria Grazia Guida, che ha portato il saluto delle istituzioni, l’onore di accendere lo shammash, la candela che ha il compito di prestare il suo fuoco a tutte le altre, e a recitare le benedizioni è stato il presidente Jarach. Alla cerimonia hanno partecipato anche il consigliere comunale Ruggero Gabbai, il vicepresidente della Comunità Daniele Nahum, il consigliere di zona Yoram Ortona e i rabbini Lubavich Gershon Mendel Garelik e Avraham Hazan.
I festeggiamenti per la prima sera di Chanukkah sono proseguiti con l’inaugurazione della nuova sede, in zona Bocconi, della sinagoga Beth Shlomo, un punto di riferimento della keillah milanese sin dal primissimo dopoguerra, quando il tempio nacque in via Unione con il nome di She’erit Haplità (il resto dei sopravvissuti”), utilizzando un Aron Hakodesh, l’armadio in cui vengono custoditi i rotoli della Torah, che i soldati della Brigata ebraica donarono alla comunità dopo averlo portato con sé dal campo di concentramento di Ferramonti in Calabria, e che è ancora oggi cuore del Beth Shlomo. Così tra la dolcezza dei bomboloni e la gioia per un nuovo inizio, la Comunità ebraica di Milano ha iniziato le celebrazioni degli otto giorni della festa delle luci.
Rossella Tercatin
Qui Livorno – Le chanukkiot dei bimbi
Da Torino a Napoli, da Genova a Trieste: l’Italia ebraica ha festeggiato ieri l’ingresso di Chanukkah, la Festa della Luci. Accensioni di candelabri si sono svolte con grande intensità negli spazi comunitari e nelle pubbliche piazze di molte città italiane. Coinvolti nell’allestimento delle celebrazioni grandi e piccini. Nell’aria le note di Maotzur e il profumo di sufganiot, le dolci frittelle che da sempre contraddistinguono questa gioiosa ricorrenza. Nella foto Hilla Lavy, madrichà della Comunità ebraica di Livorno, in posa con le chanukkiot realizzate dai bambini livornesi utilizzando materiali di recupero.
Qui Alessandria – Un canto che riscalda
In occasione dell’apertura della Festa della luci, la Comunità ebraica di Torino ha deciso di celebrare Chanukkah insieme agli ebrei di Alessandria (dal 1980 sezione distaccata della Keillah torinese) e a quelli di Casale e di Vercelli, invitati per l’occasione; ma ha contemporaneamente scelto di incontrarsi con l’intera cittadinanza alessandrina, rappresentata dalle sue figure istituzionali e da un nutrito gruppo di cittadini interessati e coinvolti. Era composito e vario il gruppo di persone che ieri sera affollava il Tempio grande di Alessandria – splendido esempio di architettura sinagogale dell’Emancipazione ,datato 1871 oggi in fase di restauro conservativo – per assistere all’accensione del primo lume della Chanukkiah,. Soprattutto era un pubblico interessato e partecipe, desideroso di venire coinvolto in una piccola ma significativa esperienza di incontro tra diversità, forse importante per ribadire – nelle differenti identità – un legame, una vicinanza reale. E così, i quarantacinque ebrei giunti appositamente in pullman da Torino per questa insolita celebrazione in trasferta hanno trovato ad accoglierli i cinque ebrei di Alessandria, e insieme il sindaco, il vicesindaco, il prefetto, il questore, il comandante dei Carabinieri, il comandante dei Vigili urbani, a testimonianza di un interesse sempre più vivo da parte delle istituzioni (e verosimilmente della società civile) nei confronti della minoranza ebraica. In assenza del presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre, indisposto, guidavano la delegazione torinese i vicepresidenti Emanuel Segre Amar e David Sorani insieme al rabbino capo Eliahu Birnbaum. Dopo un breve saluto di David Sorani che ha sottolineato l’attualità intensa e profonda di Chanukkah come occasione per ritrovare l’autenticità della propria identità ebraica aprendosi – arricchiti da essa – agli altri, rav Birnbaum si è soffermato sui molteplici significati della festa, dell’accensione dei lumi, della luce nella sua valenza simbolica e pregnante. Paola Vitale, oggi anima del piccolissimo gruppo di ebrei alessandrini, ha rievocato il passato dell’Alessandria ebraica e illustrato le prospettive di restauro della sinagoga e degli altri locali adiacenti, dove dovrebbe nascere un importante museo. Anche le autorità hanno portato il loro caloroso saluto. Dopo l’accensione dei lumi da parte di rav Birnbaum, Shamuel e Baruch Lampronti insieme a Emanuele Sorani, apprezzato trio vocale molto noto ai frequentatori del Tempio torinese, hanno intonato tradizionali canti di Chanukkah e due canti liturgici tipici della tradizione locale. Una cioccolata calda ha infine riscaldato i partecipanti, in un clima atmosfericamente rigido ma molto ricco di calore umano.