Cento anni di lavoro per l’Ospedale Israelitico
Una straordinaria storia di sussidiarietà e impegno, una grande famiglia che taglia il nastro rosso dei 100 anni con rinnovato entusiasmo e progettualità. Ieri sera l’Ospedale Israelitico di Roma ha festeggiato il primo secolo di vita con una serata di gala, svoltasi all’Hotel Hilton in zona Monte Mario, cui hanno preso parte oltre mille persone. Leader ebraici, dipendenti, personale medico, tantissimi amici tra cui il sindaco della Capitale Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il ministro della Giustizia Paola Severino. Letto in questa occasione anche un messaggio di felicitazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Era il 1911 quando, erede del compito fino ad allora assolto dalle confraternite ebraiche, l’ospedale sorse su iniziativa di Pellegrino Ascarelli e Angelo Tagliacozzo. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti dell’Isola Tiberina. Momenti alterni di crisi e rilancio hanno accompagnato le sorti dell’Israelitico che ha resistito al corso talvolta turbolento della storia e che è oggi, con un milione di prestazione annue eseguite e con tre strutture dislocate in più aree di Roma, tra le eccellenze riconosciute del vasto panorama della sanità regionale. Un piccolo miracolo che viene quindi celebrato in concomitanza con l’accensione della prima luce di Chanukkah, la festa delle luci apertasi ieri sera. È il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, a compiere questa operazione. Un coro di voci intona Maotzur. Seguono i discorsi ufficiali. “La nostra azione si basa sull’esempio dei nostri padri e ha l’obiettivo di lasciare un mondo migliore alle generazioni future”. Lo afferma il presidente del Consiglio d’amministrazione Bruno Piperno che, nel suo discorso, ringrazia in particolare il direttore Antonio Mastrapasqua (autore di un progetto di risanamento “che dovrebbe essere studiato nelle scuole di economie”) e tutto il personale (“è grazie a voi che posso dirmi orgoglioso della carica che rivesto”).
Piperno si sofferma anche sulle sfide del futuro: “Molto è stato fatto – dice – ma possiamo ancora migliorare” Tra gli obiettivi citati, il potenziamento delle attività di ricerca, la destinazione di crescenti risorse all’aggiornamento professionale, il rafforzamento di forme di collaborazione con università e istituti di ricerca, l’acquisizione di nuovi spazi per migliorare la qualità e l’accoglienza, il potenziamento delle infrastrutture informatiche. Sul palco, introdotti dalla giornalista Paola Saluzzi, si alternano rappresentanti delle istituzioni, amministratori e leader ebraici. Ciascuno tocca punti differenti che evidenziano da più angolature l’efficacia di quello che viene da alcuni definito “il modello Israelitico”. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ricorda come essenziale per il buon funzionamento dell’Ospedale sia l’apporto dato quotidianamente dai molti immigrati che vi lavorano, mentre l’assessore Stefano Valabrega rivendica la lungimiranza delle scelte gestionali effettuate. Il più emozionato di tutti sembra però il dottor Mastrapasqua, che riceve la medaglia d’argento del Bene Berith dal consigliere UCEI Sandro Di Castro.. “L’Ospedale – dice – è la mia seconda famiglia. Porto avanti questo compito con orgoglio e col cuore. Vi sono grato per le emozioni che mi state dando”.
Lucilla Efrati