…integralismo

Mi sembra grave e degno di riflessione quel che succede in Israele, dove l’offensiva degli ultraortodossi contro le donne ha raggiunto livelli inauditi, come dimostrano gli interventi di Peres e di Netanyahu dopo la vicenda della bambina di sette anni insultata per l'”immodestia” del suo vestire. Autobus segregati, marciapiedi separati, l’attacco alla presenza femminile nella sfera pubblica si è fatto pesantissimo. Poco importa, mi sembra, se possiamo paragonarlo o meno all’antifemminismo dei talebani. Personalmente, credo di sì e non vedo grandi differenze, ma un altro punto mi sembra più importante, e lo ha colto bene su Le Monde del 30 dicembre il rabbino del MJLF (Movimento Ebraico Liberale di Francia) Delphine Horvilleur: il rapporto di queste teorie antifemministe e segregazioniste con la Legge ebraica, l’interpretazione estesa che i gruppi ultraortodossi danno della nozione di tzniyut, modestia, la lettura dei testi volta ad rendere tentatore e pericoloso il corpo femminile e di conseguenza a segregarlo. L’articolo della Horvilleur interpella il mondo religioso, i rabbini. Chiede ai religiosi di dire la loro. Li invita ad esprimersi su questi fatti e sul rapporto di questi fatti con la norma, con i testi. Che in Israele i laici scendano compatti in difesa della democrazia, è importante. Ma forse non è sufficiente.

Anna Foa, storica