Insieme per capire

Da tanto non si vedeva una giornata cosi piovosa, fredda, grigia e densa di nebbia. Una benedizione per le nostre mele, per i ciliegi e per i kiwi, ma una sorpresa per i ragazzi della Scuola ebraica Sally Mayer di Milano in gita in Israele. Avevano trascorso la notte nell’ostello del Monte Meron e dopo averli incontrati a Gerusalemme per un megalaboratorio di teatro, musica e improvvisazioni, insieme ai loro coetanei della scuola ebraica di Roma, li ho invitati a vedere un kibbutz da vicino, dall’interno. Avrei voluto mostrar loro l’antico Mikwe del secondo secolo A.e.v., passeggiare a piedi lungo il confine con il Libano, mostrare loro il piccolo zoo e il Hadar Hochel, la grande sala da pranzo comune, ma la pioggia cadeva senza sosta. Abbiamo deciso di portarli alla nostra scuola, nella biblioteca. Seduti stretti stretti, uno vicino all’altro, al caldo, i ragazzi hanno ascoltato le nostre storie per più di ora: gli occhi spalancati, gli sguardi attenti, bei sorrisi, bei volti e tante domande. Abbiamo spiegato che Sasa è uno degli ultimi kibbutzim che hanno annullato il pernottamento dei figli nelle case dei bambini, dopo aver capito che i bambini hanno il bisogno e il diritto di dormire accanto ai loro genitori. Che la nostra fabbrica Plasan, produce materiali per blindare veicoli per la difesa contro il terrorismo e non armi come alcuni di loro pensavano. Abbiamo presentato loro tre ragazze arabe, del gruppo di Beresheet LaShalom, che hanno raccontato delle loro attività di volontariato nell’educazione con ragazzi di varie etnie, con ragazzi a rischio, con nuovi immigranti e dei loro progetti educativi per la protezione dell’ambiente. I ragazzi ascoltavano attenti… forse un po’ stupiti di sentire tante informazioni diverse da ciò che propinano costantemente i media. Sono stata felice di avere avuto questa opportunità: aprire un’altra piccola finestra su un Israele effervescente, non solo quella delle spiagge di Tel Aviv, ma un Israele che fa scuola al mondo con i suoi metodi rivoluzionari per aggregare gruppi di gente diversa, per educare al rispetto e all’accoglienza. Un Israele che è ancora orgogliosa della sua agricoltura e delle sue forme speciali e uniche al mondo, di vita comunitaria. Ci siamo lasciati passando per i corridoi dal Liceo Anna Frank, sotto gli sguardi curiosi dei ragazzi di Sasa, Baram, dei moshavim e dei villaggi dell’Alta Galilea. Spero che questa visita divenga una tappa fissa di questo importante progetto delle scuole ebraiche italiane.
Noi, qui, ci impegnamo, con costanza e determinazione, a continuare a creare storie di vita e di ideali e a consolidare il preziosissimo rapporto tra Israele e la Golah…sperando che le sponde di questo ponte si avvicinino sempre più.

Angelica Edna Calò Livne – Beresheet LaShalom, Kibbutz Sasa, Alta Galilea