…Memoria
Di tutte le modalità della memoria, le pietre d’inciampo – i sampietrini rivestiti in ottone con il nome di chi è stato deportato dalla casa di fronte al cui portone il sampietrino è posto, la data di nascita ed eventualmente di morte – sono fra le più efficaci ed emozionanti. Ogni volta che incontro questo segnale luccicante, non posso evitare di ricordare che c’è stato chi ha sceso quella scala ed ha oltrepassato quel portone per essere mandato alla deportazione. Molti me lo dicono, in molti l’inciampo è forte e duraturo e tocca sia le emozioni che la volontà di conoscere e di ricordare.. Non riesco ad immaginare che si possa, a meno di non essere un razzista o un nazista incallito, passare
accanto a quelle pietre e non provare vergogna di tutte le proprie indifferenze, di tutti i propri compromessi, di tutti i luoghi comuni che si lasciano crescere nell’animo per pigrizia, ignoranza, paura. In questa settimana, a pochi giorni di distanza dal 27 gennaio, molte altre pietre d’inciampo saranno collocate a Roma. Saranno di stimolo, speriamo, ad una memoria meno ufficiale, più legata alla quotidianità e alle domande dell’oggi.
Anna Foa, storica