…elezioni
Le elezioni per il rinnovo della Knésset per quella che sarà la diciannovesima legislatura israeliana sono previste ufficialmente per l’autunno del 2013. Ma in questi giorni con la discesa in campo di nuovi candidati come Yaír Lapíd – il Bruno Vespa israeliano – e di Nóam Shalít – il papà/padre/babbo di Gil’ad – appare chiaro che si va verso elezioni anticipate, forse in autunno subito prima delle elezioni americane. Bibi Netanyahu farà svolgere prossimamente le primarie del Likud. Tzipi Livni, finora restia a mettere in gioco la sua leadership all’interno di Kadima, dovrà quasi certamente seguire. Avigdor Liberman ha già dichiarato che nel prossimo governo Israel Beiténu non farà parte della stessa coalizione insieme a Shas. Si attende anche l’annuncio della candidatura di Arieh Der’i e magari di qualche altro nuovo nome importante. I sondaggi d’opinione danno già le prime indicazioni di quelli che potrebbero essere gli spostamenti dei voti rispetto alla Knésset attuale nella quale sono rappresentati 13 partiti – sette al governo e sei all’opposizione. Nella prossima Knésset potrebbero essere anche di più. L’attuale folle sistema elettorale proporzionale puro a collegio unico nazionale senza preferenze e con una soglia del 2 per cento incoraggia il frazionamento delle forze politiche e l’ingovernabilità. Ma il punto che vogliamo sottolineare è un altro. Da questo momento in avanti, praticamente tutto quello che si scriverà su Israele non sarà altro che propaganda elettorale. I numerosi detentori della verità pura e assoluta – inclusi quelli che si cimentano quotidianamente su questo rispettabile sito – avranno, speriamo, l’onestà di riconoscere che in paese con 13 o più partiti non può esserci una sola verità. La realtà del paese che molti amano non può essere rappresentata da una sola voce, sia pure la più articolata possibile. A ognuno la propria verità, nell’interesse del bene presente e futuro della democrazia israeliana.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme