L’israeliano medio

Anni fa gli Articolo 31 cantavano di un italiano medio che fa la fame ma per due settimane ha fatto il ricco a Porto Cervo e che se non gli togli il pallone non ti disturba più. Allora mi sono chiesta, un paese giovane e contestato come Israele ha già il suo israeliano medio? Non sono una fine antropologa ma non ci vuole molto a capire che più che una medietas che un po’ appiattisce, Israele presenta una sfilza di tipi umani che farebbe arrossire persino Balzac. Qualche esempio? Il giovane soldato. Capelli corti, gradi saldamente attaccati sulla divisa, accetta di buon grado di fare foto con le turiste che in preda all’entusiasmo si sentono come bambine di fronte a Paperino a Disneyland Paris. Qualche tempo fa ho letto in uno di quei giornali che accumulano polvere sul tavolino del salotto che la divisa israeliana è considerata quella più seducente. Ma molte volte l’ex soldato accumula una pancetta tipicamente israeliana che fa dimenticare i fasti del fascino della mimetica. Poi abbiamo l’artista. Studia a Shenkar o Bezalel, ha un rapporto di amore/odio con il suo Stato e sogna le luci della ribalta seduto in un caffè del centro. L’avventuroso è uno dei più diffusi. Continuamente in movimento, trascorre i weekend a fare gite, indossando i temuti sandali con la chiusura stretch (uno degli orrori di moda più diffuso). Una volta all’anno fa viaggi in India/Vietnam/Sud Africa per sfuggire al materialismo della globalizzazione. Ricerca storie e ne ha tantissime da raccontare. Lo trovate in una spiaggia libera a nuotare o su una amaca a leggere massime del Dalai Lama. Il tipo di cui si parla maggiormente è il tassista. Ha una filosofia che lo distingue dal resto della popolazione e mentre inveisce contro qualche pirata della strada e si compiace della provenienza italiana del cliente, illustra un progetto di vita che lo renderebbe degno di diventare premier. Concludiamo con il ricco americano o francese appena trasferito. Tende a costruirsi una petit Paris o New York personale. Muove l’economia e getta scompiglio con il suo fascino da europeo o magnate statunitense. E i religiosi, nell’occhio del ciclone negli ultimi tempi? Mi piace pensare alla tipologia con la kippah in testa, i valori saldi e il senso di continuità, tradizione e amore. Amore per il prossimo.

Rachel Silvera, studentessa