Profeti…
Le resistenze poste dai profeti di Israele alla chiamata divina non sono infrequenti nella Bibbia: Moshè, Geremia, Elia, Giona. Da questa loro ritrosia come dai loro impedimenti, possiamo rilevare il carattere “antieroico” dei personaggi biblici che ci vengono presentati, piuttosto, con tutti i loro conflitti e le loro debolezze. Moshè cerca di sottrarsi in tutti i modi alla missione di leader appellandosi alle sue difficoltà comunicative. In verità, questa giustificazione di Moshé, di non essere un “Ish Devarìm,” uomo capace di parlare ( Shemòt; 4, 10), sembra in contraddizione con un altro verso della Torah : “…. e queste sono le parole che Moshè disse a tutto il popolo” (Devarìm; 1; 1). Moshe, dapprima handiccapato nella parola, avrebbe in seguito pronunciato un intero libro della Torah! La capacità di comunicare è probabilmente qualcosa che varia a seconda delle situazioni e degli interlocutori. Non possiamo e non dobbiamo essere dei grilli parlanti. Vi sono situazioni in cui ci scopriamo grandi comunicatori e altre situazioni in cui, viceversa, ci è difficile profferire parola. Moshè non si sente un adeguato oratore quando si tratta di parlare a capi politici e nella sua grande umiltà fa presente che sarebbe meglio che, nell’interesse collettivo, fosse un altro a parlare. Si rivela invece un brillante comunicatore quando insegna la Torah al suo popolo.
Roberto Della Rocca, rabbino