Vivere davvero
Le bombe; i kamikaze; il negazionismo; la propaganda ideologica anti-sionista e antisemita; l’avversione di destra e di sinistra; l’odio islamista; un odio indeterminabile che potrebbe sorgere dalla palude umana; fazioni opposte che progettano insieme la criminalizzazione di ogni esistenza ebraica: ognuna di tali questioni è estremamente seria, e tutte insieme hanno posto in uno stato di allerta difensiva la persona ebraica, protesa in un vano, surreale sforzo di decostruire le menzogne, smascherarle, ridicolizzarle. Quasi che fosse divenuto possibile vivere, se vogliamo chiamarlo vivere, urlando ogni minuto: “Non è vero”. Ahinoi, è tutto risibilmente inutile se l’azione è meramente difensiva: bisognerà cambiare passo, dire quello che c’è da dire, criticare quello che c’è da criticare, parlare e sognare di altro, uscire da questo cerchio buio: la vita ci richiede un’estenuante veglia. Ci vorranno anni, forse decenni, per ricostruire ide personali o collettive che non siano solo idee dettate dall’esigenza di schierarsi; anni per realizzare ponti verso le società nazionali nelle quali viviamo, costretti a parlare unicamente e angosciosamente di noi stessi. Anni per vivere normalmente, anche se non c’è più niente di normale.
Il Tizio della Sera