futuro…
All’inizio della parashà di Vaerà ci sono le cosiddette quattro espressioni di liberazione. Moshè, su ordine divino, annuncia al popolo ebraico l’uscita verso la libertà e il dono della Torà. Ma il popolo ebraico non riesce ad ascoltarlo a causa del “corto respiro” e del “duro lavoro”. Rashì spiega che la situazione del popolo ebraico è simile a quello di una persona a cui manchi il respiro. In una situazione del genere si ha il problema di sopravvivere e non si è in grado di ascoltare annunci di liberazione. La reazione degli ebrei è quindi prevedibile e naturale. Ma allora perché fare questo annuncio? Ci sono vari momenti della nostra vita di singoli e di collettività in cui la situazione contingente è talmente difficile che sembra impedirci di pensare ad altro ma se ci si preoccupa solo di sopravvivere e non si ha un progetto per il futuro si rischia di non avere un futuro.
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano