Voci a confronto

Ricordiamoci quanto avvenne il 16 ottobre 1943 nel Ghetto di Roma, scrive puntualmente oggi Pierluigi Battista sul Corriere; non è certamente un caso se oggi, come ieri, questa rassegna si apre proprio con le parole di Battista, che aggiunge: a Roma, per decenni, si è “dimenticato di celebrare l’anniversario del rastrellamento”, “una tragedia che forse venne accettata con troppa indifferenza, troppa acquiescenza, troppo silenzio”. Il Giorno della Memoria non deve essere “un’occasione puramente retorica e celebrativa”.
Penserei a queste parole anche nel momento dell’inaugurazione, prevista per domani, e proprio a Roma, della mostra “I Ghetti nazisti”. Di questa parlano alcuni quotidiani locali, come Il Giornale di Ostia; i ghetti, durante la seconda guerra mondiale, non erano stati richiusi in Italia, certamente, e tuttavia…; dobbiamo far attenzione a non perseverare col mito degli Italiani brava gente. Le nostre leggi razziali arrivarono già nel ’38, ed in Italia i nazisti trovarono uno Stato pronto a collaborare senza se e senza ma, a parte i pochi che scelsero subito di non essere complici e, in seguito, i Giusti che misero perfino a repentaglio la propria vita per aiutare chi era rimasto “rinchiuso” nel Paese.
L’Osservatore Romano titola oggi: “200 istituti religiosi prestarono soccorso ai perseguitati rispondendo agli inviti del Papa. Monsignori e personalità diverse si fecero portavoce di Pio XII e del sostituto Montini”. Chi scrive è ben conscio della delicatezza e della complessità del problema, ma non ritiene queste parole adatte a descrivere la realtà di quel periodo. Nella Chiesa, come nella società civile, vi furono certamente molte persone che furono Giusti, ma la Chiesa, come Istituzione che, cosa fece? E’ corretto parlare di appelli del Papa? Per continuare sul tema dei Giusti, è interessante l’articolo di Roberto Mazzoli su Avvenire, che riporta la recente scoperta della poetessa Matilde Sarano, salvatasi con tutta la sua famiglia; è da tempo noto che anche alcuni nazisti, militari in Italia, aiutarono alcuni ebrei a salvarsi, ma è sempre stato quasi impossibile identificarli, mentre ora si apprende che a Pesaro l’ufficiale Erich Eder salvò tutto un gruppo di ebrei, rifugiatisi in un convento; dopo la guerra questo comandante nazista volle anche ritornare sul posto in bicicletta.
Sulla incomprensibile sentenza che Ugo Volli ha ricordato ieri nella sua rassegna riprendendo le parole di Battista, sentenza che deve far riflettere sul nostro Paese, ritorna Italia Oggi con un breve articolo che lascia per lo meno perplessi a causa delle parole “bipartisan” di chiusura; tutti vengono criticati. E già…
A Roma, all’improvviso, scrive Andrea Morigi su Libero, su un centro culturale spunta un minareto; gli abitanti della zona protestano, temendo il ripetitivo richiamo del muezzin, ma il presidente del centro li tranquillizza: non ci sarà, assicura. Ma osserva Morigi che per questo presidente questa torretta sarebbe alta solo 15 centimetri, mentre nella realtà è dieci volte più alta. Ed allora, come è possibile credere al presidente di questo centro culturale islamico di Roma?
Un editoriale del Foglio riflette sull’attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane; la storia di Israele ci insegna che nulla si può sapere in anticipo sulle azioni militari israeliane. Per l’editorialista, tuttavia, mentre Haaretz è notoriamente contro tale attacco, gli alti ufficiali sarebbero divisi, ed in particolare quelli dell’aviazione. E’ impossibile conoscere che cosa ci sia di vero, tranne che il capo di stato maggiore Benny Gantz deve scegliere il nuovo comandante dell’aviazione. Israele ci ha insegnato che, nei momenti del pericolo, sa essere unito, e dobbiamo essere fiduciosi che saprà esserlo anche in questa occasione.
In Siria, come scrive Luca Geronico su Avvenire, la Lega Araba richiama anche gli ultimi ispettori inviati a suo tempo per verificare la realtà sul terreno; al Cairo assicurano che altri, più numerosi, saranno presto inviati, ma intanto Assad può stare tranquillo, facendo nuove vittime (ieri 38). Gli USA continuano a pronunciare inutili, vuote parole, e così ieri anche la Francia, mentre la Russia, dopo aver venduto 36 nuovi aerei, assicura che continuerà la sua cooperazione politica e militare col regime alawita. Nel paese, intanto, come scrive Alberto Stabile su Repubblica, i cristiani di Homs gridano al massacro e si schierano, in gran parte, con Assad, temendo un futuro tragico se i salafiti conquisteranno il potere. Giuste la parole di padre Dall’Oglio, intervistato in altro articolo pubblicato da Repubblica: “la Siria è oggi il teatro d’un vasto conflitto regionale. Qui si gioca la tensione tra Stati Uniti e Russia, Turchia ed Iran, sunniti e sciiti, concezione laica dello Stato e visione religiosa della società”.

Emanuel Segre Amar