moked/מוקד

il portale dell'ebraismo italiano

parole…

Insieme alla prescrizione di ricordare ogni anno l’uscita dall’Egitto, la Torà ci impone che ciò sia “come segno sulla tua mano e per memoria fra i tuoi occhi, affinché l’insegnamento del Signore sia nella tua bocca”. Il riferimento alla mano e agli occhi costituisce la mitzwà dei Tefillìn; ma la bocca che c’entra? La risposta può essere che oltre all’azione (il braccio) e all’idea (la testa), deve entrare in gioco un altro elemento: la parola. Si tratta di testimoniare anche con le parole l’effetto della libertà dai condizionamenti dell’Egitto. Lo si fa evitando la maldicenza, e affermando il punto di vista della tradizione ebraica su questioni etiche e pratiche. Come ogni giorno mettiamo i Tefillìn, ogni giorno dobbiamo essere pronti a manifestare e glorificare l’Ebraismo attraverso l’uso che facciamo della bocca.

Elia Richetti, presidente Assemblea rabbinica italiana