Milano si raccoglie intorno al Memoriale

Il rombo dei treni non smette di risuonare. Le pareti tremano e il freddo punge. Sono in tanti a notarlo tra il folto pubblico presente, mentre intirizziti si stringono al collo il bavero della giacca. “Se noi oggi proviamo queste sensazioni, chissà cosa devono aver provato loro…”. Non possono fare a meno di notarlo anche gli oratori, che dal palco fanno il punto sull’andamento dei lavori per il completamento del Memoriale della Shoah di Milano, a due anni dalla posa della prima pietra. Un progetto che sta che sta prendendo forma nella “pancia” della Stazione centrale, al Binario 21, dove tra il 1944 e il 1945 partirono i treni con i deportati diretti ai campi di sterminio, nell’indifferenza della città. A presentare l’opera, ideata come una struttura viva, non semplicemente museale, con una biblioteca, un laboratorio, spazi per mostre e un auditorium, è stato il vicepresidente della Fondazione Memoriale, e presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach, che ha ringraziato le autorità per l’impegno e per la presenza, facendo appello anche al mondo dei grandi attori economici per reperire i fondi necessari per il suo completamento. All’incontro introdotto da Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera alla guida della Fondazione Memoriale, sono intervenuti il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Provincia Guido Podestà, quello della Regione Roberto Formigoni. Anche fra il pubblico tanti i politici presenti, oltre ai giornalisti, agli esponenti del mondo della cultura, semplici cittadini. A sottolineare come la città di Milano percepisca l’importanza del progetto, come ha evidenziato il sindaco “È terribile pensare a quello che accadde qui, ed è fondamentale che questo divenga un luogo per tutti i cittadini, milanesi, italiani, stranieri: un segnale per sempre”. E proprio perché il Memoriale deve essere per tutti, Guido Podestà nel ribadire l’impegno della Provincia, ha auspicato un migliore risultato nella raccolta di donazioni private. “Che questo sia un luogo a perenne memoria dell’orrore senza fine, specialmente per le nuove generazioni” la speranza formulata dal presidente della Regione Formigoni.
L’idea di trasformare il Binario 21 in un luogo di Memoria è partito da lontano. Per anni dimenticato, la storica della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Liliana Picciotto ha raccontato come, nel 1995, si recò nei sotterranei della stazione insieme a un funzionario delle Ferrovie dello Stato per cercare il luogo da cui partivano i treni, descritto da tanti sopravvissuti. “Oggi il Cdec mette a disposizione del Memoriale un’ulteriore risorsa, un portale web dedicato ai nomi della Shoah italiana – ha aggiunto poi Picciotto – Ogni giorno scorreranno sulla home page del sito cento nomi di deportati dall’Italia. Ci vogliono due mesi e mezzo prima di esaurirli tutti”.
Dopo la posa sul binario della prima di 23 piastre in ricordo dei convogli di deportati che si mossero da lì, l’incontro è proseguito con una lettura pubblica: a prendere per prima la parola Liliana Segre, partita verso Auschwitz il 30 gennaio 1944, a soli 12 anni. Una lettura per far ascoltare ai presenti la voce di chi l’orrore di quei giorni lo ha vissuto e lo testimonia.

Rossella Tercatin