Generazioni

Pochi insegnanti coinvolti e molti perplessi, diffidenti, troppo presi dalla fine del quadrimestre per pensare alla giornata della memoria, ansiosi di scaricare l’incombenza sui colleghi di storia. Allievi molto più disponibili, abbastanza informati, interessati, curiosi. E’ l’impressione (certo parziale e soggettiva) che ho ricavato dai discorsi scambiati negli ultimi giorni. Dodici anni per molti colleghi non sono che l’epilogo di una lunga carriera in una scuola dove fino al 2000 era impensabile che la fine di gennaio non fosse dedicata alle verifiche e interrogazioni. Dodici anni sono tutta la vita che i liceali riescono a ricordare: per loro la giornata della memoria è sempre esistita come sono sempre esistiti i quadrimestri; quando saranno cresciuti e passeranno dall’altra parte della cattedra per loro il 27 gennaio non sarà né una fastidiosa e anomala incombenza né una novità a cui dedicarsi con tutte le proprie forze. Forse solo allora sarà possibile trarre bilanci e discutere serenamente di modalità e contenuti.

Anna Segre, insegnante