Qui Roma – Memoria scuola di vita

Un protocollo triennale per costruire assieme la scuola della Memoria. Nel corso della cerimonia per il Giorno della Memoria celebrata questa mattina al Quirinale, al centro delle riflessioni del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo l’accordo di collaborazione recentemente siglato tra UCEI e Ministero per portare la didattica della Shoah in tutte le aule del nostro paese. “La firma del protocollo è avvenuta proprio in questi giorni” ha affermato Gattegna ricordando come le basi di questo accordo siano state poggiate in occasione del viaggio della Memoria che il presidente dell’Unione aveva compiuto nelle scorse settimane in Polonia in compagnia dello stesso Profumo e di centotrenta giovani da tutta Italia. “E’ stato un viaggio intenso che ha lasciato una traccia indelebile in ciascuno dei partecipanti” ha testimoniato il ministro ribadendo l’impegno assunto affinché nelle scuole italiane “si insegnino i principi fondamentali della nostra Costituzione che, senza alcun tipo di fraintendimento, riconosce a tutti i cittadini uguali diritti e dignità”. Particolare attenzione, quindi, al pericoloso strisciare di razzismi e pregiudizi in più strati della società con la scuola “pronta in prima fila a disinnescarli”. Nel corso del suo intervento il presidente Gattegna aveva poi specificato come gli eredi dei nazisti, i veri nuovi nazisti, siano oggi i negazionisti. “Essi – ha sottolineato – sono i continuatori di quella feroce distruzione di milioni di esseri umani dei quali tentarono di annientare anche l’identità, mentre erano in vita, sostituendo i loro nomi con dei numeri incisi indelebilmente sulla loro pelle, infliggendo loro dolori e umiliazioni, per poi ucciderli negando anche la sepoltura, riducendo i loro corpi in cenere fino al totale annientamento e occultamento”. Sul finale un appello accorato affinché il Giorno della Memoria, di cui si celebra quest’anno la dodicesima edizione, non sia considerato né una “semplice commemorazione dei defunti” e neppure un evento “dedicato esclusivamente alle vittime del popolo ebraico”. Ferma restando la specificità della Shoah, che fu il tentativo di realizzare il genocidio perfetto, insuperato e insuperabile sia nella progettazione, che nella tecnica e nella sistematica violazione di qualsiasi diritto, questa deve essere, spiega Gattegna, “l’occasione di una riflessione condivisa che abbracci anche tutte le altre vittime di quella tragedia: gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili fisici e mentali, le popolazioni rom e sinti”. “Vogliamo – ha poi detto – che da questa riflessione si possa trarre un insegnamento e un monito, che non sia rivolto solo al passato, ma che ci porti ad interrogarci ancora oggi, giorno dopo giorno, sulla solidità etica del nostro presente per costruire insieme un futuro di pace e di giustizia”. In prima fila, seduto a fianco di numerose autorità politiche, militari e religiose, di leader e rappresentanti delle istituzioni ebraiche in Italia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano applaude più volte. E’ poi il suo turno, l’ora di affacciarsi sul palco. Quello stesso palco su cui, pochi istanti dopo, saliranno l’attore Gabriele Lavia per recitare Se questo è un uomo di Primo Levi e gli studenti delle scuole vincitrici del concorso I giovani ricordano la Shoah. “Il Giorno della Memoria che abbiamo celebrato oggi – afferma Napolitano – è uno dei più intensi degli ultimi anni. Per la forza politica e morale dei contributi del ministro Profumo e del presidente Gattegna. Per le genuine, appassionate testimonianze degli studenti. Per il quadro ricco come non mai, che qui si è riflesso, delle iniziative indette in tutto il paese. Per il valore, in particolare, di realizzazioni come quella della mostra del Vittoriano sui ghetti nazisti in Polonia o come quella dell’elenco, reso accessibile online, degli oltre 7mila cittadini ebrei vittime della persecuzione nazifascista in Italia durante la Repubblica sociale e l’occupazione tedesca”. Soffermandosi sul nuovo accordo per la didattica del ricordo, Napolitano conferma che questa iniziativa rappresenta il miglior antidoto “a quei rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di violenza che il ministro ha denunciato come fenomeni, per quanto marginali, da stroncare sul nascere”. Segue una significativa digressione sul percorso di consapevolezza e autocritica compiuto nel corso degli anni dai paesi responsabili delle persecuzioni. “Noi italiani – scandisce il Capo dello Stato – chiudemmo i conti con il nazifascismo e con il nostro passato più buio combattendo la guerra di Liberazione e dandoci la Costituzione repubblicana. Ciò detto non abbiamo smesso di cercare e diffondere la verità, guidati anche dalla grande luce della testimonianza e del messaggio di Primo Levi. E su misfatti come quello delle leggi razziste e delle loro conseguenze, abbiamo fatto conoscere la dura verità, negli ultimi anni come non mai”. In chiusura, prima della premiazione delle scuole, una intensa celebrazione della giurisprudenza comune dei diritti umani andata affermandosi in Occidente sulle ceneri dell’orrore dello sterminio. “Coltivare queste conquiste contro ogni regressione – commenta Napolitano – è il modo più giusto e fecondo di rendere omaggio alle vittime della Shoah, al sacrificio, alla resistenza, alla rinascita del popolo ebraico”.

Adam Smulevich

I giovani ricordano la Shoah

Centinaia di classi in lizza in tutto il paese per dare forma alla Memoria con oggetti, immagini e suoni. Il concorso I giovani ricordano la Shoah, indetto dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha rappresentato per moltissimi studenti italiani una grande occasione di riflessione sul tema del ricordo. Quattro le classi vincitrici oggi premiate nel corso della cerimonia al Quirinale. A cinque è andata invece una menzione speciale.
Ad aggiudicarsi il riconoscimento nella sezione scuola primaria è stato l’album L’ultimo girotondo della scuola De Scalzi Polacco di Genova. L’opera, incentrata sul racconto di una nonna sull’amicizia tra tre bambini (di cui una, la femmina, ebrea) che si conoscono ai tempi della guerra per ritrovarsi dopo 70 anni, è frutto di un lavoro interdisciplinare che ha coinvolto più docenti e tutta una classe quarta. “L’accuratezza della ricostruzione – si legge nel commento della giuria – è il risultato dell’impegno continuo sul tema della Shoah dell’intera scuola, che ha partecipato al concorso anche in edizioni precedenti, ricevendo diverse ‘menzioni’ per i lavori presentati”.
‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’. Questo il titolo del film, realizzato dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo Francesco Baracca di Lugo di Romagna (Ravenna), vincitore tra le scuole secondarie di primo grado. La pellicola racconta la storia di quattro sopravvissuti – Yoana Oberski, Primo Levi, Luciana Nissim Momigliano, Lucio Pardi – facendo emergere situazioni diverse per età e contesti professionali ed umani. “L’elaborato – spiega la commissione – sviluppa il tema con notevole efficacia comunicativa e padronanza degli strumenti tecnico-espressivi”.
Veniamo poi agli studenti del Liceo Classico Renzo Franchetti di Mestre (Venezia). Il cortometraggio Vivere oltre il ricordo di cui sono autori affronta il tema della Memoria, sottolineano i giurati, con freschezza e capacità di sintesi. “Le immagini – è scritto nella motivazione – hanno un forte impatto emotivo e sono valorizzate, nella loro semplicità, dall’interpretazione essenziale ed intensa dei protagonisti e dal discreto e pertinente accompagnamento musicale”.
Infine pubblico riconoscimento, tra le AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica), per ‘Le Note della Memoria’ a cura del Conservatorio Statale Nicola Sala di Benevento, istituto i cui studenti hanno dato vita a un’elaborazione articolata e completa di partiture musicali composte nei campi di sterminio. L’opera, arricchita da un’introduzione storica a ciascuna corrispondente parte musicale, è stata realizzata “attraverso l’integrazione di ottime competenze tecniche ed esecutive”.
Menzioni speciali sono andate all’Istituto Comprensivo Severi di Arezzo (Un incubo…no, una realtà), alla SMS Manzoni di Bressanone (Il coraggio di vivere), alla SMS Giovanni XIII di Grumo Appula (La valigia dei ricordi), all’IPS Cabrini di Taranto (Elaborazioni grafiche su poster) e al Liceo Scientifico Ferraris di Torino (Il ritorno: fra speranza e disincanto).

Assieme ai Testimoni

Angelo Di Porto, anni 6. Grazia Di Porto, anni 6. Marco Zarfati, anni 6. Roberta Calò, anni 7. Graziella Di Porto, anni 7. Nel Tempio Maggiore di Roma i 221 nomi dei bambini deportati e mai più tornati a casa sono pronunciati, nel silenzio, dai ragazzi delle associazioni giovanili Benè Akiva e Hashomer Hatzair e delle scuole ebraiche Angelo Sacerdoti e Renzo Levi. Il 222esimo bambino, senza nome, venuto alla luce al Collegio Militare, è stato invece ricordato dal rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma che, con la voce rotta dalla commozione, ha concluso la cerimonia indirizzando parole di consolazione ad uno dei testimoni presenti, Andra Bucci, che poco prima aveva detto di fronte a tutto il pubblico presente di vergognarsi per essersi salvata mentre tantissimi suoi coetanei avevano avuto un atroce destino.
Non c’è stato bisogno di molte parole in questa intensa serata organizzata dalla Consulta della Comunità ebraica di Roma in collaborazione con il Centro di Cultura, l’Ufficio Rabbinico e la Fondazione Museo della Shoah con la conduzione del professor Marcello Pezzetti, che ha spiegato come è avvenuta la deportazione. Subito dopo il saluto della dottoressa Elvira Di Cave, presidente della Consulta, che per il terzo anno consecutivo ha organizzato l’incontro con i testimoni intitolato quest’anno la “Nominazione” – il cui file rouge è il passaggio del testimone dai sopravvissuti ai ragazzi – è seguito il discorso del vice Primo Ministro dello Stato di Israele Silvan Shalom. Assieme al presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e a quello dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna sono tra gli altri intervenuti il sindaco di Roma Gianni Alemanno, i presidenti di Regione e Provincia Renata Polverini e Nicola Zingaretti. Ma i grandi protagonisti sono stati indubbiamentte loro, i testimoni: Sami Modiano, Piero Terracina, Lello Di Segni, Mario Limentani, Giuseppe Di Porto, Rosa Hannan, Andra e Tatiana Bucci, Joseph Varon e Shlomo Venezia. Al loro fianco, sempre calorosi, gli studenti delle scuole superiori degli istituti capitolini.

Lucilla Efrati