Una corona, qualche contestazione

“In questo luogo si raggiunse l’apice degli orrori a Milano. Spiace però che quando si partecipa a queste occasioni ci si ritrovi a constatare come troppo spesso vi sia l’incomprensione di alcune espressioni linguistiche. L’ebraismo ha usato sempre usato il termine “specificità della Shoah”. Noi ci siamo sempre schierati contro ogni sopraffazione, nella difesa dei nostri valori, che rappresentano una ricchezza per tutta la società. Come Comunità ebraica siamo chiamati a formare e a portare un esempio e un contributo a una società sempre più multietnica. Ma questo non significa rinunciare alla specificità della Shoah”. Così ha risposto il presidente della Comunità ebraica Roberto Jarach all’ex partigiano Guido Artom e a chi durante la cerimonia davanti all’ex Albergo Regina di Milano, sede del comando SS e quartier generale della Gestapo dal 1943 al 1945, ha sottolineato come sia necessario smettere di attribuire unicità allo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
All’incontro con deposizione di una corona davanti alla lapide che ricorda quanto avvenne nell’edificio a due passi da piazza del Duomo, incontro coordinato dallo storico Marco Cavallarin, hanno partecipato anche il vicesindaco Maria Grazia Guida, Roberto Cenati per l’Anpi Milano, Giovanna Massariello in rappresentanza dell’Aned, Onorio Rosati della Camera del Lavoro.
“Le nuove generazioni hanno il compito di tenere viva la memoria e la volontà di non dimenticare. E come assessore alle Scuole penso che sia fondamentale che negli ambienti educativi venga maggiormente valorizzata la storia. È una scelta importante per il futuro, per preservare i valori della nostra democrazia” ha sottolineato il vicesindaco.

rt