La memoria corta

Auschwitz e la memoria corta. Ospiti di Lilli Gruber a Otto e mezzo di La7, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e la filosofa del linguaggio e semiologa Vantina Pisanty (autrice di “Abusi di memoria – Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah”, Bruno Mondadori editore) hanno affrontato un confronto serrato e difficile sulle distorsioni e le strumentalizzazioni che aleggiano attorno al concetto di Memoria. La trasmissione, intensa e lontana dalla spettacolarizzazione, sebbene in prima serata è risultata, con 3,6 milioni di contatti, prima nell’interesse del pubblico fra i programmi dedicati al dibattito sull’argomento. “La ferita della Shoah – ha risposto il Rav- ha un profondo significato sacro nella sua spaventosa unicità, ma mi sento in forte polemica all’interno della mia stessa comunità con chi fa della Memoria una religione della morte, una patologia negativa che si oppone all’autentica religione della vita”. Riguardo al caso di Mario Vattani, il diplomatico già consigliere del sindaco di Roma Alemanno, accusato di apologia di fascismo, il Rav si è augurato che venga restaurata al più presto la dignità nazionale.