La sfida al razzismo di Articolo 3

Obiettivi da raggiungere, successi ottenuti, preoccupazioni per il futuro. A distanza di quattro anni dalla sua creazione, l’Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova Articolo 3 traccia il resoconto del suo complesso quanto delicato operato: monitorare la stampa, sensibilizzare i giornalisti e l’opinione pubblica, combattere attivamente le manifestazioni discriminatorie nei confronti delle minoranze presenti sul territorio. Su questi punti si sono soffermati ieri collaboratori ed esperti dell’Osservatorio assieme alle istituzioni in occasione della presentazione ufficiale, a Palazzo della Ragione, del rapporto per l’anno 2011. Luci ed ombre di un anno in cui, a iniziative politiche, educative e giuridiche di grande valore sul fronte della lotta all’antisemitismo, alla xenofobia e al razzismo hanno fatto da contraltare aggressioni private così come istituzionali dirette a violare il principio sancito dalla costituzione su cui si fonda l’operato dell’Osservatorio. La necessità di allargare questa esperienza e mantenere saldo l’impegno di Articolo 3 è stato uno degli obiettivi ribaditi con forza dalle diverse voci intervenute: dai rappresentanti della città e della Provincia di Mantova, della Regione e del Parlamento, fino a coloro che, attraverso l’Osservatorio, si confrontano quotidianamente con la sfida di rendere l’articolo 3 della Costituzione una realtà. Un impegno di cui è stato un esempio autorevole e coraggioso Fabio Norsa z.l, presidente recentemente scomparso della Comunità ebraica mantovana. A lui, tra i pilastri di Articolo 3, colleghi e amici dell’Osservatorio hanno voluto dedicare la stesura di quest’ultimo e significativo rapporto.

Il pogrom dei rom a Torino, l’uccisione di due senegalesi per mano di un neofascista a Firenze, il professore torinese che minaccia di fare strage di ebrei in sinagoga. Sono tre delle decine, centinaia di manifestazioni razziste e xenofobe che si sono registrate in Italia nel 2011. Un segnale pericoloso di una tensione crescente all’interno della nostra società, che la crisi economica non ha fatto che acuire. E di fronte a questo cupo panorama non può che assumere un valore ancor più significativo il grande lavoro portato avanti da Articolo 3, l’Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova. Un progetto nato il 27 gennaio di quattro anni fa attorno alla Rassegna stampa Lombardia del Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it con lo scopo di monitorare episodi di discriminazione sui media italiani. Da un’idea è nato un gruppo di lavoro che con il tempo si è consolidato ed è diventato un punto di riferimento per la città lombarda e non solo. L’UCEI, la Comunità ebraica di Mantova, l’associazione Sucar Drom, l’Istituto mantovano di storia contemporanea, l’Istituto di Cultura Sinta e il comitato provinciale ArciGay la Salamandra, affiancati dal Comune e dalla Provincia di Mantova, hanno collaborato insieme per dare vita ad Articolo 3.
Il 27 gennaio è il momento di tirare le fila con la presentazione in pubblico del rapporto annuale, di riguardare al lavoro passato e mettere a punto le iniziative per il futuro. Un futuro a cui purtroppo non può più partecipare Fabio Norsa z.l., presidente della Comunità ebraica di Mantova nonché uno dei pilastri dell’Osservatorio, scomparso il 7 gennaio. Determinato, sicuro, ironico, Norsa è stato un esempio per tutti con la sua caparbietà nel portare avanti la battaglia contro ogni forma di discriminazione. Incarnava alla perfezione lo spirito di Articolo 3, o forse è quest’ultimo che si è plasmato a sua immagine.
Nell’ultimo rapporto annuale compare una breve riflessione sulla situazione italiana e sul valore dell’impegno delle persone che collaborano all’Osservatorio. Un’analisi preoccupata alla luce del crescere di fenomeni discriminatori nel Belpaese, sintomo di una società che continua, nonostante il Giorno della Memoria e iniziative simili, ad individuare nell’altro il responsabile delle proprie difficoltà. “La tutela dei diritti e la diffusione della corretta informazione sembrano sottoposti ad una dura prova – sottolineava Norsa – ma la sensazione che ogni giorno si respira nella sede di Articolo 3, dove vi invito a entrare, è di forza: quella che caratterizza donne e uomini animati da un sincero spirito di servizio, motivati perché colpiti in prima persona o perché spinti dal desiderio di essere vera società che accoglie”.
In questi anni la redazione si è consolidata e nel 2011 sono monitorati migliaia di articoli apparsi nella regione Lombardia grazie alla collaborazione, attraverso l’UCEI, con l’agenzia Data Stampa. Il servizio ha permesso di focalizzarsi sulle notizie legate alla discriminazione delle minoranze religiose e culturali con particolare attenzione alle modalità di costruzione della notizia, al linguaggio utilizzato, alla fedeltà ai fatti realmente accaduti.
Altro elemento chiave, la realizzazione delle newsletter settimanali (43 nell’arco dello scorso anno), strumento che nel tempo si è andato affinando e soprattutto ha visto una forte crescita di utenti. Per rafforzare la presenza sul territorio è stato istituito nel 2009 lo sportello antidiscriminazioni, strumento di ascolto e consulenza legale, a disposizione dei cittadini italiani o immigrati, vittime o testimoni di forme discriminatorie. Nel 2011 lo sportello ha trattato 24 casi, in particolare conseguendo un risultato positivo rispetto ad un esposto all’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Prende quota il progetto europeo In Other Words (Web Observatory and Review for Discrimination alerts and Stereotypes deconstruction), volto a ricreare in Spagna, Portogallo, Francia, Romania ed Estonia l’esperienza di Articolo 3, con la realizzazione di redazioni costituite da persone appartenenti alle minoranze presenti nei vari Paesi. Ennesima dimostrazione nonché riconoscimento del valore dell’iniziativa mantovana.
A livello nazionale, inoltre, l’Osservatorio è diventato nodo territoriale dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Dipartimento per le Pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri). Mentre Articolo 3 amplia i suoi orizzonti facendo ben sperare, la realtà italiana non può dirsi altrettanto positiva. Dal resoconto annuale emerge un preoccupante quadro con la crescita di fenomeni discriminatori (anche a livello istituzionale), violenze, soprusi e maltrattamenti. I casi citati in apertura sono alcuni dei più eclatanti ma ulteriori difficoltà sono emerse ad esempio per le persone disabili, con il taglio delle ore di sostegno per alunni con handicap. Autorità nazionali e locali come altre istituzioni non prestano la necessaria attenzione, e la concreta applicazione dei diritti sanciti in Costituzione, come le pari opportunità, per i disabili sono ancora lontani dal realizzarsi. Altra voce che trova spazio all’interno di Articolo 3, spesso vittima di discriminazioni è la comunità Lgbt (Lesbica, gay, bisex, trans): le violenze per omofobia sono purtroppo ancora frequenti e forte scoramento ha causato la decisione del Parlamento lo scorso luglio di bocciare l’introduzione dell’aggravante di omofobia nei reati penali. Cinque bambini morti a Roma e un ragazzo ucciso a fucilate a Brescia, oltre ai pogrom di Napoli e Torino. Un bilancio che mette in luce quanto sia attualmente alto il pericolo per le comunità sinti e rom in Italia. Liste antisemite e professori negazionisti che incitano all’odio contro gli ebrei hanno fatto capolino nelle cronache dei giornali nazionali del 2011. E ancora l’islamofobia continua a trovare sostenitori. Il monitoraggio e la controinformazione portata avanti da Articolo 3 sono il segnale tangibile della possibilità di oltrepassare le barriere culturali e lavorare coesi per la piena integrazione delle minoranze all’interno della società. Quanto questo sia concretamente realizzabile, almeno parlando dell’immediato futuro, è tutto da dimostrare e lo scetticismo è lecito. D’altra parte se non si prova nemmeno la piena applicazione dell’articolo 3 rimarrà un miraggio.

Daniel Reichel