Qui Parma – Il Canto di Israele

La Comunità ebraica di Parma, in collaborazione con Parma OperArt, ha celebrato il Giorno della Memoria, oltre alle altre numerose iniziative istituzionali in tutto il territorio provinciale, con un concerto di grande impatto emotivo tenutosi nella Sala della Musica del Museo Nazionale G. Verdi di Busseto, grazie al sodalizio instaurato tra il Museo Ebraico “F. Levi” di Soragna della Comunità di Parma e il museo Verdiano.
Il presidente della Comunità ebraica, Giorgio Yehuda Giavarini, nel portare il saluto della Comunità ai presenti, ha ricordato che secondo il Rebbe di Lubavitch il pensiero serve all’intelletto, la parola svela i pensieri della mente e del cuore, ma il canto esterna le emozioni dell’anima. Per questo motivo, dopo avere ricordato e celebrato il Giorno della Memoria con le parole, è importante lasciare spazio al linguaggio della musica e del canto perché essi parlino direttamente all’anima delle persone. La musica è centrale all’esperienza religiosa ebraica ma non solo, anzi la musica e il canto sono centrali rispetto all’intera esperienza comunicativa umana. La lettura rituale della Torah, ha aggiunto Giavarini, non è in realtà una lettura, ma piuttosto una cantillazione, secondo neumi particolari chiamati “te’amim” dalla radice ebraica “ ta’am“, che significa sapore, gusto. La musica è quindi ciò che dona il “sapore” al Testo Sacro, alla Parola rivelata. L’intera Torah infatti è chiamata “Cantica”.
Il concerto ha visto in scena le coinvolgenti musiche composte dal M° Riccardo Joshua Moretti, vice-presidente della locale Comunità e tra i massimi compositori viventi di musica ebraica. I brani sono stati eseguiti al pianoforte dallo stesso compositore e da un ensemble di grande prestigio formato dai solisti della Filarmonica Arturo Toscanini: Mihaela Costea (violino), Sandu Nagy (flauto), Daniele Titti (clarinetto), Luca Reverberi (fagotto), Alberto Farolfi (contrabbasso) e Gianni Giangrasso (percussioni). Un programma musicale inedito per il pubblico in sala che ne è rimasto affascinato e rapito; toccanti i brani mistici, specialmente quelli di violino solo – “Gocce d’Oriente” e “La notte della Shoà” – , ed esilaranti i brani tipici dalle sonorità Klezmer alla musica Chassidica, fino alla contaminazione nel jazz e a virtuosismi del clarinetto, del violino e del flauto. Il carisma del M° Riccardo Joshua Moretti ha tenuto incollati gli spettatori alle sedie e ha commosso quando nel finale il compositore ha ricordato i bambini morti nei campi e il monumento alla loro memoria allo Yad Vashem, e ha concluso il concerto con “Ani maamin”, la professione di fede nella venuta del Mashiach secondo Maimonide, che i chassidim intonavano mentre venivano condotti alle camere a gas.
Non poteva mancare nelle composizioni di Moretti un brano dedicato al deserto – “Negev” – che egli intende come un “non-luogo” che consente all’anima dell’uomo di accogliere la rivelazione divina. È indubbio che la musica, nel concerto di domenica a Busseto, si sia posta con grande pregnanza come messaggera universale, con un potere di coesione tra le diverse culture che nessun’altra arte possiede. Il pathos che si è creato è rimasto nel cuore dei presenti che a fine concerto si sono alzati in piedi per l’HaTikva e, con calorosi applausi, per una meritata standing ovation.
(La premiere del concerto prevista per il giorno precedente all’Auditorium del Conservatorio di Parma è stata purtroppo rinviata per inagibilità causa la scossa sismica che ha colpito la zona del parmense. Per informazioni e prenotazioni sulla prossima data: info@parmaoperart.com, 393 0935075 – 0521 1641083).