Il Chievo di Israele che sogna la normalità
Qualche volta le cosiddette ‘piccole’ ti fregano. Le guardi con infinita tenerezza e simpatia e quelle, troppa grazia ricevuta, stravolgono gli equilibri, ti fanno marameo e si prendono il posto che per palmares e milioni di euro investiti ti spetterebbe nell’Europa dei grandi. Accadde qualche anno fa in Italia col Chievo, da vittima sacrificale a quarta forza del campionato con annessi preliminari di Champions League. Sta per accadere in Israele.
Hapoel Ironi Kiryat Shmona, la squadra dei miracoli: nomi semisconosciuti in campo (tra questi David Solari, fratello del più celebre ex interista Santiago), stadio da neanche 5mila posti, l’instabile confine col Libano a pochi chilometri. Una precarietà esistenziale e tecnico-agonistica che sembra però non influire: è di una settimana fa, infatti, la vittoria ai rigori nella Coppa nazionale ai danni del più quotato Hapoel Tel Aviv. E anche in campionato, entrati nell’ultima parte di gare, sembra non esserci più trippa per gatti visto che l’Hapoel Ironi veleggia tranquillo in prima posizione con 52 punti (frutto di 15 vittorie, 7 pareggi e una sola sconfitta) e alle spalle ha lasciato un vuoto quasi incolmabile: l’Hapoel Tel Aviv segue a dieci misure di distanza, il ‘grande’ Maccabi Haifa si piazza invece malinconicamente in settima posizione a quota 34.
Radar quindi ormai puntati, in casa Hapoel, sulla volata finale. Volata che potrebbe portare a un inaspettato regalo: il titolo e la prima conseguente partecipazione alla Champions League. “Deve essere un sogno, rido e piango di gioia allo stesso tempo” raccontava un supporter interpellato negli scorsi giorni dal New York Times. L’euforia, proseguiva il tifoso, è duplice: il brivido di sedere almeno una volta nel salotto buono del pallone e quello di portare il nome di Kyriat Shmona sui media per vicende non legate esclusivamente al conflitto mediorientale e ai ripetuti lanci di missili dal vicino Libano che affliggono questa cittadina del nord di Israele da molti anni. Perché il grande sogno di Kiryat Shmona, ancor prima di ospitare il Barcellona o il Manchester United, è proprio la normalità. (Adam Smulevich)