“Valori comuni, divergenze”
Ho letto con rammarico la polemica tra «Shalom», storica testata dell’ebraismo romano, e «Pagine ebraiche», il giornale dell’ebraismo italiano. Se ho ben capito, il problema è legato agli investimenti: l’Unione delle Comunità (UCEI), editore di «Pagine ebraiche», non ha accettato di aggiungere ai finanziamenti già distribuiti alle Comunità altre risorse da spendere in comunicazione per sostenere le testate locali, come chiedeva Giacomo Kahn, il direttore romano.
Vorrei affrontare la questione da un altro punto di vista, forse ingenuo ma conciliatorio. Sono un ebreo romano e considero «Shalom» un pezzo di cuore. Tutte le nostre nascite sono state annunciate da quelle colonne. Spesso non condivido la linea del giornale o quella dei suoi commentatori, ma riconosco lo sforzo di renderlo più efficace e moderno, arricchendolo con inchieste e inserti (per esempio quello sulle comunità ebraiche d’Italia). E, tanto per essere chiari, mi arrabbiai moltissimo quando si proponeva di chiuderlo.
Al tempo stesso sono un grande ammiratore di «Pagine ebraiche», tassello finale della strategia di comunicazione dell’UCEI negli ultimi anni, composta dalla rassegna stampa quotidiana, dal sito, da questa newsletter, da «Italia ebraica» e da «Daf Daf». Un percorso che ha avuto il duplice merito di favorire il dibattito interno, anche aspro, e di presentare un’immagine aperta, interessante, moderna dell’ebraismo italiano e internazionale. Un merito che va attribuito in primis al presidente Gattegna e al direttore Guido Vitale.
Siamo a pochi mesi dall’elezione del nuovo Consiglio dell’UCEI, il primo con il nuovo statuto. Pochi giorni fa alcuni esponenti dell’ebraismo romano hanno pubblicato una lettera in questa sede, auspicando una campagna elettorale tranquilla, una lista unitaria a sostegno di Gattegna, più concretezza e meno polemiche interne. Sono parole sagge: gli ebrei italiani devono restare uniti, capaci di discutere, compatti sui valori comuni e trasparenti nelle divergenze, tutelando tutto ciò – giornali, bollettini, siti, eventi – che aiuta il dibattito e la crescita culturale. Non è una questione di costi. Stiamo parlando del nostro futuro.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas