…dolore

La foto che ha che ha vinto il World Press Photo 2012, rappresenta una sintesi pregnante di questo nostro tempo: una donna di cui non si vede il volto tiene in braccio un giovane uomo bianco ferito, di cui non si intuiscono i tratti somatici. Dietro di loro s’indovina il fumo, ma non si vede una scritta, non c’è un segno architettonico che possa far dire dove siamo e chi siano i protagonisti di quest’immagine.
Qualcuno ha detto che è estetica. Non ne sono convinto. Questa foto è come il milite ignoto. Non ha un nome, ma parla del dolore di tutti coloro che subiscono violenza. In una condizione dove tutti esaltano la propria specificità, dove ognuno mette prima il proprio io davanti e prima di ogni cosa, a me non sembra una scelta estetica, bensì universalistica. Una dimensione a cui non siamo più abituati da tempo.

David Bidussa, storico sociale delle idee