In cornice – Brera e il quadro nascosto
In diversi paesi, le vittime dei nazisti o i loro eredi hanno il diritto di ottenere la restituzione delle opere d’arte rubate loro in tempo di guerra, anche se nel frattempo sono state vendute e comprate. Musei e privati negli USA e nel Centro Europa si sono trovati a dover restituire veri capolavori, e ora è toccato anche alla Pinacoteca di Brera a Milano. Il 7 febbraio un giudice della Florida ha infatti ordinato che il dipinto del 1538, “Cristo portacroce trascinato da un manigoldo” di Girolamo Romano, sia consegnato agli eredi di Federico Gentili. Cosa c’entra il giudice della Florida? Nel 2005, la Pinacoteca, aveva spedito il quadro Oltreoceano per una mostra sul Barocco lombardo e lì gli eredi di Federico Gentili ne avevano chiesto la restituzione. Fin dal 2001 avevano provato a far valere i loro diritti direttamente con la Pinacoteca, ma nessuno li aveva considerati; anzi, al Brera pensavano che il pericolo fosse passato tanto da spedire l’opera in giro per il mondo. Si sono comportati con superficialità o erano sicuri della loro immunità? Forse tutt’e due, perché la Pinacoteca conserva nei caveau un altro dipinto, di Bernardino Zenale, che proviene da casa Gentili e nemmeno lontanamente pensa di restituirlo agli eredi. In Pinacoteca si sentono in una botta di ferro, perché dicono di aver comprato circa 30 anni fa sia il Romanino sia lo Zenale da un privato e non potevano immaginare che provenisse da un furto nazista. Sarebbero cioè scusati perché non si sono preoccupati di controllare, come al solito, la provenienza dell’opera? E se sono tanto tranquilli, perché adesso tengono nascosto il Zenale? E come sarebbe finita se il Romanino non fosse mai partito per la Florida? E quanti altri casi del genere potremmo scoprire in Italia?
Daniele Liberanome, critico d’arte