Qui Firenze – Processo al Male
La mostra storico documentaria sul processo svoltosi a Gerusalemme 50 anni orsono al criminale nazista Adolf Eichmann, inaugurata a Berlino lo scorso aprile, nel suo viaggio verso gli Stati Uniti dopo Vienna si è fermata a Firenze, unica tappa italiana, in occasione della “giornata della memoria” e resterà aperta fino al 18 febbraio prossimo, tutti i giorni dalle 12 alle 24, un orario che dovrebbe aumentare il numero dei visitatori, nello spazio espositivo ricavato nella riuscita ristrutturazione all’ex carcere delle Murate, in via Ghibellina. Questa iniziativa, fortemente voluta da Ugo Caffaz che unisce l’impegno cittadino a quello ebraico, è stata resa possibile dalla collaborazione della Regione Toscana con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato che ne ha curato l’allestimento. Pannelli esplicativi in italiano e in inglese, pagine di giornali e foto dell’epoca si susseguono sulle pareti seguendo le varie fasi della vita di Adolf Eichmann, partendo dalla sua infanzia in una tranquilla famiglia borghese e dai suoi primi passi nella carriera militare, in cui voleva rifarsi degli scarsi successi scolastici, con un viaggio in Palestina sotto le false spoglie di un giornalista con il fine di studiare già negli anni ‘30 il mondo ebraico, alla rapida carriera che lo porterà ai più alti ranghi dell’esercito nazista. Gli anni della Shoah sono ampiamente documentati da rare foto e poi lo ritroviamo felicemente rifugiato in Argentina dove sarà raggiunto dalla famiglia e avrà anche il coraggio di mettere al mondo un altro figlio prima di essere individuato e catturato dal Mossad… Ma la mostra è particolarmente incentrata sul processo, impeccabilmente condotto dal giudice Landau, che si concluderà con la condanna a morte e l’impiccagione del criminale nazista nel carcere di Ramla il 31 maggio 1962. Nove monitor touchscreen permettono di vedere e ascoltare le testimonianze e gli atti più significativi del processo, che ebbe subito una straordinaria risonanza mediatica. Al materiale preparato dagli storici Ulrich Baumann e Lisa Hauff, è stata aggiunta una sezione dedicata alla Shoah italiana, curata dalla storica Valeria Galimi, con vari documenti dell’epoca. Fra questi articoli di giornalisti come Giorgio Bocca, recentemente scomparso, e del fiorentino Manlio Cancogni; è possibile anche ascoltare la testimonianza audio della deposizione di Hulda Campagnano, sorella di rav Nathan Cassuto (z.l.) rimasta sola con la responsabilità di sei piccoli bambini, dopo la deportazione a seguito di delazione del marito, del fratello e della cognata. In parallelo nei locali dell’ex convento di Sant’Apollonia, in via San Gallo, 25, si è tenuto anche un seminario di studio “A cinquant’anni dal processo Eichmann”. Dopo gli interventi di Camilla Brunelli, Klaus Hesse e Adam Kerpel-Fronius sulla “Genesi della mostra” e la relazione di Valeria Galimi sulla ricezione del processo Eichmann in Italia si è tenuta una tavola rotonda “Processare il male: il processo Eichmann cinquant’anni dopo” presieduta da Alberto Tonini del Forum per i problemi della pace e della guerra con Paolo Costa, Anna Foa, Gabriel Levi, Adriano Sofri, Massimo Toschi, già assessore regionale alla cooperazione e alla pace. “Il processo Eichmann – ha detto Massimo Toschi – è un passaggio decisivo per una nuova memoria della Shoah. E’ il primo processo in cui le vittime processano i carnefici. Dal tribunale dei vincitori a Norimberga, si passa al tribunale della filosofia e della storia a Gerusalemme”
Lionella Viterbo