Calcio – Zambia, impresa targata Israele
Da onesti pedatori a eroi di un intero continente. Il mondo del pallone celebra in queste ore i “Chipolopolo”, gli atleti dello Zambia neo campione d’Africa. L’impresa, perché di questo si tratta, è avvenuta nella notte a Libreville, capitale del Gabon, ai danni della favoritissima Costa d’Avorio dei vari Drogba, Gervinho, Kalou e Yaya Touré. Star della Premier League coccolate, avvezze ai trofei e che forse pensavano di averla facilmente vinta contro rivali dallo scarso appeal. Ma il campo ha detto altro proponendo l’ennesimo remake di Davide contro Golia. Con quest’ultimo, nella figura statuaria di Drogba, che nel secondo tempo ha sprecato l’occasione di chiudere i conti dagli undici metri (sfera alta sopra la traversa) e che è stato poi punito, sempre dal dischetto, nella lotteria dei rigori che ha assegnato la coppa dopo due ore di battaglia sul terreno di gioco. L’errore decisivo è di Gervinho. Mani nei capelli e lacrime per l’attaccante dell’Arsenal, mentre le telecamere immortalano la gioia degli increduli atleti zambiani. Un successo targato Israele: tre uomini in verde giocano infatti nella Ligat ha’Al, l’equivalente della nostra Serie A. Sono il centrocampista William Njovu (Hapoel Ironi Kiryat Shmona), il collega di reparto Justine Zulu (Hapoel Ironi Rishon) e l’attaccante Rodgers Kola (Ashdod). Un tris di gioielli da custodire e valorizzare soprattutto adesso che le sirene di radiomercato inizieranno a suonare con sempre maggiore insistenza.
L’affermazione dei Chipolopolo, termine che sta per “pallottole di rame”, ha un significato speciale. È infatti lo scatto d’orgoglio di un paese che lotta faticosamente per tirarsi fuori dalla bassa classifica dello sviluppo e che attraverso il pallone torna a sperare in un futuro migliore. Singolare coincidenza, proprio in quella Libreville che 19 anni fa si rivelò una Superga africana accogliendo, al largo delle sue coste, il velivolo che trasportava la squadra nazionale verso il Senegal per un match di qualificazione ai Mondiali. Trenta passeggeri, trenta vittime. Il giorno della gioia, in Zambia, è inevitabilmente anche quello del ricordo e della commozione. (Adam Smulevich)