…A Gerusalemme con Fiamma Nirenstein
“A piccoli passi ho conquistato Gerusalemme. Non credevo che toccasse anche a me, che l’onda della storia del popolo ebraico trascinasse anche me su quel lido fatale, fra le sue pietre e i suoi cedri, fra il Muro del Pianto e il Quartiere Tedesco”. Inizia con queste parole di incredulità e meraviglia il saggio A Gerusalemme, ultima fatica letteraria della giornalista e parlamentare Fiamma Nirenstein. Un viaggio nella città delle tre religioni monoteiste, nelle sue testimonianze storiche ma anche nella vivacità dei suoi quartieri più moderni, tra distruzione e rinascita, che è stato presentato ieri sera, davanti al folto pubblico accorso alla Libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni, da un terzetto d’eccezione composto dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, da Walter Veltroni e dalla scrittrice Elisabetta Rasy. Presenti in sala numerosi rappresentanti delle istituzioni ebraiche italiane e il nuovo ambasciatore di Israele a Roma Naor Gilon. Nelle parole degli intervenuti il costante richiamo all’eccezionalità di Gerusalemme, alla sfida della sopravvivenza del popolo ebraico e al difficoltoso cammino nel processo di pace tra israeliani e palestinesi. Tematiche stringenti e all’ordine del giorno dell’opinione pubblica internazionale che sono state affrontate pagina dopo pagina attraverso il filtro di esperienze dell’autrice. “Gerusalemme non è una città come le altre” ha spiegando Frattini sottolineando come le emozioni che si vivono passeggiando per le sue strade e all’ombra delle sue pietre vadano ben al di là del capitolo comunque intenso del negoziato. “Sono sensazioni – ha affermato il diplomatico – che una volta provate non ti abbandonano più e che in questo suo ultimo lavoro Fiamma è riuscita a ricostruire magistralmente offrendoci uno spaccato di rara profondità e suggestione”. Sulla stessa lunghezza d’onda Walter Veltroni, autore del titolo del libro (il fatto è stato evidenziato con gratitudine dalla stessa Nirenstein), che parla di una composizione felice sia nella sua strutturazione che nella freschezza del linguaggio utilizzato. Considerazione che trova d’accordo Elisabetta Rasy, che in precedenza aveva analizzato, da addetta ai lavori, alcune sfumature tematiche affrontate. “Si tratta – dice l’ex inquilino del Campidoglio – di un omaggio commosso all’anima di questa incredibile città, di un volume intessuto di memorie individuali e collettive che emergono con crescente forza e incisività. In particolare nel rapporto con il padre, ebreo polacco giunto a Gerusalemme negli anni Trenta del secolo scorso, una figura centrale nello scritto di Fiamma”. È toccato poi all’autrice, visibilmente emozionata, chiudere la serata con alcune valutazioni sul lungo percorso di ricerca e di elaborazione che ha portato alla stesura di A Gerusalemme. “Nonostante sia tra i miei libri più smilzi – ha spiegato la Nirenstein – è quello che mi ha tenuta impegnata per il più esteso lasso di tempo. Ci sono voluti tre anni, un periodo di grande passione e intensità durante il quale mi sono a lungo documentata facendo conoscenza con persone e situazioni straordinarie. In questo libro, un omaggio alla Città Vecchia ma anche alla Gerusalemme vibrante dei Caffè, ho cercato di trasmettere le mie emozioni, le emozioni di una donna ebrea italiana al cospetto della storia del popolo ebraico e di tutta l’umanità”.
Adam Smulevich