Bellezza e perdono
Il Tizio della Sera è ipnotizzato davanti alla televisione. C’è una rivolta ad Atene. In cima alla folla, proprio davanti alla polizia, un vegliardo. E’ Manolis Glezos, il partigiano. Ha più di novantanni. Nel ‘41 si arrampicò sull’Acropoli per togliere da lassù la bandiera nazista. E la tolse. In una prima fila, c’è Theodorakis, il musicista. 87 anni, capelli folti, i baffi densi, canuto per sbaglio. Scrisse gran canzoni, lo torturò la polizia dei colonnelli. Theodorakis dice che la colpa della crisi è di certi ebrei ricchi in cima al mondo. E va bene, pensa il Tizio, non tutto è perfetto. E perdona Thedorakis, e gli dà un buffetto. Gli dice: Mikis Thedorakis, piantala di fare il cretino. Facci ballare un altro sirtakì. Eroi fermi corrono intorno a un vaso con la loro lancia alzata. Sono Achille ed Ettore, dipinti di nero. Il Tizio ama Grecia la disperata, madre del mondo.
Il Tizio della Sera