In cornice – Klimt oltre i confini

La mostra “Klimt: disegni attorno al fregio di Beethoven” allo spazio Oberdan di Milano, è piccola, ha un budget limitato, ma porta avanti un messaggio forte. Il curatore poteva fare meglio il suo lavoro: visto che ricostruisce parte di una mostra tenutasi a Vienna nel 1902, doveva ricreare l’ambiente originale nel modo più fedele possibile. Non posizionare quasi a terra un fregio che stava a tre metri di altezza o sistemarlo contro un muro grigio se mentre quello di Vienna era bianco; giusto mettere come musica di sottofondo la Sinfonia n.9 di Beethoven che aveva ispirato il lavoro di Klimt, ma sbagliato è alzare troppo il volume. Però, il curatore ci ha regalato l’occasione di toccare con mano quanto si perda a rimanere confinati nella propria disciplina, nella propria routine, senza correre rischi, e quanto possa invece essere proficuo alzare lo sguardo verso altre materie che conosciamo meno. Klimt, i suoi amici Secessionisti austriaci, così come gran parte delle avanguardie di inizio Novecento, avrebbero creato meno opere e meno interessanti, se non avessero riconosciuto la grandezza della musica come fonte di ispirazione, e non avessero preso a modello autori come Beethoven. Sarebbero forse stati grandi pittori, ma artisti meno grandi.

Daniele Liberanome, critico d’arte