Tea for Two – Quando il cinema è d’autore
Le ultime notizie confermano l’inarrestabile avanzare di Israele nel panorama cinematografico. E per di più in serie A: il cinema d’autore. L’attore hollywoodiano Stephen Dorff, che i cine-appassionati ricorderanno come protagonista di Somewhere della immaginifica Sofia Coppola (interpretava un sex symbol appassito che vive in hotel e si ritrova a dover badare alla figlia enfant prodige Elle Fanning), è appena partito alla volta di Tel Aviv. Viaggio di piacere per godersi la città della movida mediorientale? Ritrovare se stesso davati a un tramonto sulla tayelet? Ebbene no, Dorff a marzo inizierà le riprese del film di Eran Riklis, noto ai più per Il giardino dei limoni, Zaytoun. Interpreterà un giovane soldato che durante la guerra del Libano del 1982 stringe una insolita amicizia con un piccolo rifugiato palestinese. La sceneggiatura è firmata dal palestinese Nader Rizq. Sodalizi che avvengono sempre più spesso davanti alla macchina da presa e certamente rappresentano un ottimo auspicio. Ma non finisce qui. All’ultimo Sundance Film Festival (il festival portato avanti da Robert Redford e paese delle meraviglie per i patiti del cinema indipendente) è stata premiata, nella sezione documentari, la pellicola The law in these parts di Raanan Alexandrowicz che tratta il difficile tema del sistema legislativo vigente nei territori occupati. Un argomento scomodo che però mostra una libertà di espressione fin troppo messa in discussione e che non ha impedito al documentario di aggiudicarsi anche il premio al Jerusalem Film Festival del 2011. Sembra proprio che il cinema israeliano stia facendo piazza pulita dei premi più ambiti dai vari artisti affettati e un po’ snob dell’ambiente: un mix perfetto di introspezione, esotismo, polemica, il tutto in salsa mediorientale. Come resistere?
Rachel Silvera, studentessa