Qui Firenze – Celebrando la ‘meglio gioventù’

Nomi che appartengono indissolubilmente alla nostra storia di ebrei italiani, la ‘meglio gioventù’ che ci ha emozionato, unito e indicato la strada da percorrere. Da Alfonso Pacifici a rav Elia Artom, da rav Armando Sorani a rav Edgardo Morpurgo. Si celebra oggi a Firenze, sotto l’egida del Gruppo di Studi Storici, il centenario del primo convegno giovanile ebraico, appuntamento che segnò una svolta per l’Italia ebraica convogliando nel capoluogo toscano le aspirazioni e i sogni di una generazione che avrebbe lasciato il segno nella vita politica e religiosa, in ambito culturale, nel campo dell’informazione. Ottobre 1911-Febbraio 2012. Cosa resta, quale insegnamento trarre da quei giorni, apripista agli altri fondamentali appuntamenti di Torino (1912), Roma (1914) e Livorno (1924)? Il ragionamento è affidato a storici, intellettuali, protagonisti delle istituzioni ebraiche in una riflessione che guarda al passato, analizza il presente e cerca di immaginare il futuro. Ad aprire i lavori, moderati dal consigliere Renzo Bandinelli, i saluti del presidente della Comunità ebraica di Firenze Guidobaldo Passigli e del presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Daniele Regard (il messaggio, in assenza di Regard, è stato letto dal vicepresidente Ugei Davide Lascar). Parola poi ai relatori, che partendo dal convegno fiorentino hanno contestualizzato e analizzato la densa vicenda dell’attivismo giovanile inquadrandola nell’ottica delle prime e decisive pulsioni sioniste seguite alle teorie di Theodor Herzl. In primis Reuven Ravenna, proponente e organizzatore dell’evento, che ha rievocato la centralità culturale e spirituale di Firenze nel Novecento ebraico italiano attraverso la lettura di alcuni inediti documenti d’archivio. Firenze ebraica, spiega Ravenna, fu centro di entusiasmi e di nuove idee. E ciò a partire proprio dal celebre convegno, rivelatosi “una tappa, un ulteriore salto di qualità e di attività”. Excursus storico ricco di significato anche per Bruno Di Porto, autore di un intenso viaggio di nomi e situazioni inerenti il primo quindicennio del ventesimo secolo, e per Mario Toscano, che si è soffermato sull’esperienza globale dei Convegni giovanili e sugli sviluppi che seguirono per quanto riguarda il dibattito interno, i rapporti con la società circostante, la declinazione particolare della propria identità anche in considerazione degli spartiacque pressanti della storia italiana ed europea. Conclusa la prima sessione, i lavori riprenderanno dopo la pausa pranzo con gli interventi di Alberto Cavaglion (“1911. I vecchi e i giovani: due generazioni a confronto mezzo secolo dopo l’Unità”), Elizabeth Schachter (“Samuel Hirsch Margulies: il Gran rabbino d’Italia mancato?”), Tobia Zevi (“Cittadini del mondo, un po’ preoccupati”), Monica Miniati (“Rinnovamento ebraico e questione femminile”) e Liana Elda Funaro (In margine al Convegno, alcune presenze”). Gli atti del convegno saranno presto raccolti e pubblicati.

a.s.