Andrew Breitbart 1969-2012

“Un giornalista di parte”. Per un reporter, una qualificazione del genere potrebbe rappresentare un insulto alla professionalità. Non per Andrew Breitbart, che con questa etichetta si presentava orgogliosamente al mondo. L’affilata penna di riferimento del giornalismo conservatore a stelle e strisce si è spenta improvvisamente all’età di 43 anni mentre rientrava nella sua abitazione a Brentwood. Con la sua scomparsa l’America perde un attore del panorama mediatico tanto popolare, quanto controverso e capace di dividere.
Andrew Breitbart nasce a Los Angeles nel 1969 ed è cresciuto ebraicamente dai suoi genitori adottivi, che lo accolgono nella loro famiglia quando ha meno di un mese. Considerato un campione della verità e della lotta alla corruzione dai conservatori, un provocatore pronto a deformare la realtà pur di raggiungere i suoi obiettivi dai democratici, era noto anche per la arguzia tagliente, che ben emerge dai suoi tweet ancora sul web (celebre il suo “Se non fai arrabbiare la sinistra, vuol dire che non stai facendo la differenza”). Professionalmente Breitbart nasce come braccio destro di Matt Drudge, che ha fatto la storia del giornalismo online intuendo per primo che con Internet poteva nascere un nuovo modo di comunicare notizie e indiscrezioni. Il suo sito Drudge Report, fondato nel 1996, diventò famoso in tutto il mondo diffondendo per primo la storia dell’affaire tra Bill Clinton e Monica Lewinski. Dal Drudge Report, Breitbart passò all’Huffington Post prima di dare vita a una serie di “Big website” (che includono Big Government, Big Hollywood e Big Journalism) che sono diventati un punto di riferimento dell’informazione repubblicana. E all’interno del partito repubblicano un coro di voci si è alzato per rendere omaggio al controverso giornalista, che ha raggiunto l’apice della notorietà pochi mesi fa pubblicando le foto osé postate per errore su twitter dal deputato democratico dello Stato di New York Anthony Greiner, che è stato poi costretto alle dimissioni. Sulla scomparsa di Breitbart hanno infatti twittato i due principali sfidanti alle primarie repubblicane Mitt Romney e Rick Santorum, gli ex candidati Michele Bachman e Newt Gingrich (che lo ha definito “il più innovativo pioniere nel campo dell’attivismo conservatore nei social media”), la governatrice dell’Alaska Sarah Palin, che gli ha dedicato un lungo post su Facebook, mentre necrologi per Breitbart sono stati pubblicati da tutte le principali testate americane. Scrisse di se stesso nel suo libro Righteous Indignation (Giusta indignazione): “Amo il mio lavoro. Amo lottare per quello in cui credo. Amo divertirmi nel farlo. Amo raccontare storie che il complesso dei media democratici rifiuta di raccontare. Amo rispondere agli attacchi, amo trovare alleati e amo – notoriamente – farmi dei nemici”.

Rossella Tercatin – twitter@rtercatinmoked