Tea for Two – Purim

Si avvicina Purim, dopo i coriandoli e i bambini imbellettati a Carnevale tocca a noi. Ma come si può riassumere questa meravigliosa festività che è in procinto di fare la sua maestosa entrata?
Partecipare a feste mascherate. Il che significa per molte ragazze indossare un vestito da urlo e delle orecchie da animaletto e credere di aver risolto l’annoso problema del travestimento. Mentre per gli aspiranti artisti è il momento di poter far fruttare finalmente le ore passate a guardare alla televisione Art Attack.
Un momento di riflessione. Ebbene si, tra divertimento ed euforia possiamo ritagliarci un attimo per riflessioni sui massimi sistemi. Le cose dovevano andare in un modo, sono andate in un altro. Allora giochiamo ad essere ciò che non siamo. Ma sappiamo quel che siamo? “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Tanto per inserire in maniera fantasiosa Montale.
Raccontare la storia di Purim agli amici non ebrei che ancora non la conoscono. Quel pizzico di intrigo, di situazione in mano a una donna, quel re tondo e giocondo e un po’ tontolone… Sarà un divertimento assicurato.
In vino veritas. “Alziamo il bicchier, brindiamo a un futuro felice davver” (ho appena citato un cartone Disney, chiedo umilmente perdono). Festeggiare bevendo è d’obbligo, ma se nell’allegria ebbra rivelassimo i piccoli segreti inconfessabili della nostra vita? Tanto vale che ve li dica fin da ora: fino a qualche anno fa credevo che il film delle Spice Girls fosse un capolavoro cinematografico, so i nomi e i cognomi dei partecipanti della prima stagione del Grande fratello in ordine di uscita dalla casa. Con i capelli lisci cambio personalità. Ho passato buona parte dei miei dodici anni ad ascoltare Laura Pausini. Meglio smettere, i brandelli di dignità chiedono la grazia.
Mangiare. Ancora qui a leggere? Sono onorata, ma probabilmente è tempo di accaparrarsi dolciumi e orecchie di Aman (che io ho sempre immaginato come Jafar, il cattivo di Aladdin). Presi dal fuoco sacro della cucina potreste anche cimentarvi nel prepararle. Tanto rassegnatevi, i chili di troppo pendono come una spada di Damocle.
Chag Sameach!

Rachel Silvera, studentessa