Mordechai…
La parashà di Ki Tissà (Shemot 30, 23) contiene, secondo quanto indica il Talmud, un accenno a Mordechai. È nascosto in Mor Deror – che designa uno degli ingredienti dell’olio di unzione, la mirra pura – e che in aramaico è reso con Mera Dachia: un suono assai simile a Mordechai. Perché, però, la già strana esigenza del Talmud di trovare un riferimento a Mordechai nella Torah, deve trovare risposta nella traduzione in aramaico del testo biblico? Deror, spiega rav Schwab, significa in ebraico libertà; il ruolo chiave di Mordechai, nella vicenda di Purim, non è però tanto quello di far acquisire la libertà al popolo, che anche dopo la caduta di Haman continua ad essere sottomesso ad Achashverosh, quanto di di condurlo alla purezza ed alla libertà spirituale. E questa, sembra suggerire il Talmud con il suo giro un po’ tortuoso, prescinde da quella politica e materiale.
Benedetto Carucci Viterbi, rabbino