La vergogna d’Europa
L’orrenda strage di Tolosa cade in uno dei momenti forse più brutti e inquietanti che il popolo ebraico abbia mai vissuto, dalla fine della seconda guerra mondiale. I segnali di odio e disprezzo contro gli ebrei si moltiplicano non solo nei Paesi musulmani, ma – basti pensare al sinistro fenomeno del dilagante antisemitismo via web – in tutta l’Europa, in Italia come in Francia, nel Regno Unito come in Olanda e Polonia; la ‘primavera araba’ ha rapidamente gettato la maschera, scoperchiando il vaso di Pandora di masse fanatiche, eccitate dall’idea dell’eterna guerra contro l’eterno “nemico sionista”; Paesi che ci eravamo abituati a considerare “amici freddi”, come l’Egitto e la Tunisia, tornano a occupare la loro tradizionale posizione di nemici, “senza se e senza ma”; la lenta marcia dell’Iran verso il nucleare pare vicina al termine, col mondo che sta a guardare e non fa che raccomandare a Israele – vittima sacrificale designata – di non muoversi, di non fare nulla; i luoghi simbolo dell’ebraismo, sinagoghe e ambasciate, tornano a essere presi d’occhio da assassini di varia formazione ideologica, le cui piattaforme ideologiche appaiono spesso ignote, o confuse (islamici? neonazisti? terzomondisti?), ma i cui obiettivi di morte risultano, invece, di assoluta chiarezza.
Talora – come pochi giorni fa, a Milano – gli attentatori vengono neutralizzati prima che siano riusciti a colpire; altre volte, i loro colpi vanno a segno. Come a Tolosa, lunedì. Un fatto che ricorda molto da vicino l’attentato che fu portato dinanzi al Tempio Maggiore di Roma, nel 1982, e che costò la vita al piccolo Stefano Taché. Anche in quei giorni, in tutta Europa, soffiava un furioso vento antisemita per le strade europee (come è triste e avvilente dovere sempre ripetere le stesse cose!), acceso – come pretesto, s’intende – dalle vicende del Libano, e anche allora gli ebrei erano nel mirino, lasciati soli di fronte ai loro nemici; anche allora molteplici segnali di allarme erano stati sistematicamente ignorati dalle autorità competenti, che invece parvero affrettarsi a portare la loro tardiva solidarietà alle vittime. A Roma, nell’82, tale contrasto fu tanto stridente, che la Comunità Ebraica decise di non volere nessun rappresentante delle Istituzioni alla cerimonia funebre; e fu solo una telefonata personale del Presidente Pertini al Rabbino Capo Toaff – lo racconta lo stesso Toaff, nel suo libro di memorie “Perfidi giudei fratelli maggiori” – a far desistere da tale proposito). Soprattutto, a Tolosa nel 2012, come a Roma nel 1982, non si tratta di gesti isolati di individui fuori di senno. Quelli di Roma furono individuati, qualcuno fece perfino un po’ di galera, si trattava di militanti palestinesi, sorretti da forte sostegno politico e finanziario. Ora si parla di un folle neonazista. Certo, attribuire il gesto ai nazisti è più comodo e tranquillizzante, quelli sono i ‘cattivi’ per definizione; magari è vero, ma ha poi tanta importanza? È evidente, comunque, anche in questo caso, che si tratta di professionisti, dotati di ampi appoggi e di una preparazione di tipo militare.
Mentre, comunque, il mondo si interroga sull’accaduto (diviso, come di consueto, nei tre gruppi di sempre: gli ebrei colpiti; i nemici compiaciuti; “il resto del mondo” oscillante tra solidarietà, preoccupazione, imbarazzo, indifferenza, fastidio), un giovane padre – di trent’anni – e tre bambini – di tre, cinque e dieci – hanno concluso la loro esistenza. Lo hanno fatto sulle soglie di un luogo, la sinagoga, deputato, da millenni, a insegnare i valori del timor di Dio, della tolleranza, del rispetto, dell’amore per il prossimo. Tutti, in tutto il mondo, in questi giorni avranno modo di ricordare, per l’ennesima volta, che quei valori, tanto cari ad alcuni, sono invece tanto odiati da altri, da molti. E, come tante altre volte, le giovani, sante vittime avranno ulteriormente cementato, col loro sacrificio, un patto di fedeltà che nessun odio mortale potrà mai incrinare.
Una parola, per concludere, sulle ripugnanti parole della responsabile Esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton, che, paragonando le vittime di Tolosa ai bambini palestinesi uccisi a Gaza, si è di fatto allineata alle posizioni dei terroristi assassini. Vergogna. Se questa è l’Europa, non vogliamo appartenervi. Condividiamo in pieno l’auspicio formulato dal Presidente dei Giovani Ebrei d’Italia, Daniele M. Regard, affinché il Governo italiano chieda ufficialmente la rimozione della Signora dal suo incarico.
Francesco Lucrezi, storico