Il bacio di Edry e Tamir
Eppur qualcosa si muove. Reduci da una settimana difficile, da giorni intrisi di lacrime, rabbia, dolore e contestazione, bisogna ammettere di non essere propriamente positivi. Ripenso all’inquietudine dell’opera di Goya “Il sonno della ragione genera mostri”. Eppur qualcosa si muove. Da qualche giorno il progetto di due grafici israeliani, Ron Edry e Michal Tamir, sta facendo il giro del mondo. In cosa consiste? In una manciata di parole con una grafica accattivante lanciate sul web: Iranians we love you, we will never bomb your country. I due creativi, laureati entrambi alla Bezalel academy (fucina di tantissimi nuovi talenti), non credevano che un semplice poster li avrebbe resi protagonisti indiscussi in Israele e all’estero. “L’idea è stata molto semplice e probabilmente esprime un sentimento che gli iraniani condividono con me” dice Edry al Jerusalem Post. La risposta non si è fatta attendere. In poche ore alcuni iraniani hanno accolto e condiviso sui maggiori social network messaggi di sostegno al progetto. Edry e Tamir hanno accompagnato poi il poster di parole ad altri con foto di israeliani di ogni età: da una coppia di dati’im a giovani militari. Da madri con figli ad anziani. L’immagine di risposta più potente? Sicuramente quella del ragazzo israeliano che bacia la ragazza iraniana mostrando i loro due passaporti. Si potrebbe minimizzare, dimostrare che, come direbbe la sanremese canzone di Noemi, “sono solo parole”, ma è innegabile che qualcosa stia accadendo. E quel qualcosa è la nuova generazione di giovani israeliani. Sono attivi, si battono per il carovita, accettano le diversità, si distinguono per doti artistiche, lasciano le comodità del focolare per prestare servizio militare, affollano impavidi discoteche, cinema e teatri. Ma sopra ogni cosa, mi si passi l’ossimoro, combattono per la pace.
Rachel Silvera, studentessa