Di fronte ai nuovi dati sull’antisemitismo

A otto giorni dai gravissimi fatti di Tolosa, in cui hanno perso la vita il rav Yonathan Sandler due dei suoi figli Arieh e Gabriel e una terza bambina, Miriam Monsonego, analizzare i dati emersi dall’indagine conoscitiva sull’antisemitismo condotta dalla Camera con il lavoro durato due anni di un comitato, presieduto dall’onorevole Fiamma Nirenstein, istituto su mandato della Presidenza della Camera e composto da 26 deputati di tutte le parti politiche provenienti dalla Commissione Affari Costituzionali e dalla Commissione Affari Esteri e Comunitari, non può che destare maggiore attenzione e preoccupazione. A evidenziare i dati emersi dal documento l’assessore alle Politiche Culturali dell Municipio Roma XI, Carla Di Veroli. organizzatrice dell’incontro, assieme alla Comunità Ebraica di Roma e a Equality Italia cui hanno preso parte gli onorevoli Fiamma Nirenstein e Jéan-Léonard Touadì, Riccardo Pacifici presidente della Comunità ebraica di Roma, il presidente del Municipio Roma XI Andrea Catarci e il direttore dell’Istituto Superiore Antincendi Marco Ghimenti coordinati da Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia.
Il Documento, frutto dei dati e delle considerazioni ricavati nel corso delle decine di audizioni tenute dal Comitato, descrive numerosi aspetti dell’antisemitismo esaminandoli da tutti i punti vista: si parte dal dato secondo il quale il 44 per cento degli italiani dichiara di non provare simpatia per gli ebrei, per arrivare al nuovo dilagante fenomeno dell’antisemitismo online, che è probabilmente responsabile del fatto che il 22 per cento dei giovani italiani ha un atteggiamento variamente ostile verso gli ebrei. Un documento allarmante e innovativo, come ha puntualizzato Fiamma Nirenstein che ha sottolineato come varie forme di antisemitismo siano state sottovalutate in Francia negli ultimi anni e non solo rispetto ai fatti di Tolosa, ma anche riguardo alla tragica morte di Ilan Halimi il giovane ventitreenne rapito il 21 gennaio 2006 nella periferia di Parigi e torturato per le seguenti tre settimane nella zona di Bagneux perché ebreo. “In quella circostanza – ha osservato l’onorevole Nirenstein – la polizia ha battuto tutte le piste tranne quella dell’antisemitismo che continuava a negare”. Di Ilan Halimi e per tornare in Italia, dei due senegalesi uccisi qualche mese fa a Firenze ha parlato anche Pacifici precisando che “uno dei pericoli peggiori che corriamo è quello di pensare che questo sia solo un problema ebraico” e che quello che lo Stato dovrebbe fare è mettere in atto politiche di accoglienza per gli immigrati che aiutino nell’integrazione.

Lucilla Efrati – twitter @lefratimoked