Kadima – Tzipi, una sconfitta che brucia

Alle ultime elezioni si era presentata come il riferimento dei ‘moderati’ sfiorando la poltrona di primo ministro e, pur sconfitta dal maggior peso complessivo di seggi in Parlamento della coalizione tra Likud e Israel Beitenu, aveva comunque guadagnato il consenso più alto tra la popolazione israeliana. In queste ore Tzipi Livni, già ministro degli Esteri del governo Olmert (2006-gennaio 2009), starebbe per alcuni meditando un clamoroso addio alla politica. Decisive le consultazioni svoltesi la scorsa notte per la guida del partito Kadima, formazione centrista fondata da Ariel Sharon e di cui teneva le redini dall’autunno del 2008. Il responso della consultazione è stato inequivocabile: 62% per l’ex generale e capo di Stato maggiore Shaul Mofaz; appena 38% per l’ex leader. Una sconfitta schiacciante, determinata in parte anche del ‘voto arabo’ marcatamente più orientato verso Mofaz, e dalle differenti priorità programmatiche dei due (problemi sociali interni e sicurezza nazionale per Mofaz, più vicino al Likud, rilancio dei colloqui con i palestinesi per la Livni, che rispetto al rivale si proponeva maggiormente in alternativa all’attuale governo). Per Kadima, esperienza più volte indicata come punto di riferimento per i grandi partiti centristi europei, sono adesso ore decisive in vista delle elezioni del prossimo anno e con i sondaggi che danno il Likud in costante ascesa. Molte le voci che si rincorrono intanto sul futuro della grande sconitta, che per il momento ha semplicemente affermato “di volersi riposare”: da chi prevede una pausa di riflessione a chi immagina la nascita di una nuova corrente politica avviata sotto il suo impulso. Fino all’ipotesi più radicale, appunto: l’uscita definitiva di scena.

a.s – twitter @asmulevichmoked