Qui Vercelli – Quell’antico Sefer Torah da salvaguardare

Il restauro di un antico Sefer Torah proveniente dalla sinagoga di Biella, ai piedi dei monti piemontesi ‐ conservato ora a Roma, è un’operazione molto delicata, che solo le mani di un esperto sofer è in grado di fare. E solo se il Sefer Torah è kasher potrà essere utilizzato per le attività religiose. La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus si è trovata in questi mesi ad affrontare due problemi in contemporanea, quello di restituire a una piccola Comunità la possibilità di avere almeno un Sefer idoneo per uso cultuale e quello di trovare un sofer che potesse offrire la propria abilità per questo lavoro. Risolti i due primi problemi è rimasto un terzo, quello economico, al giorno d’oggi non facilmente risolvibile. La Fondazione, in accordo con la Comunità locale, ha dunque sottoposto i vari Sefarim ad una verifica da parte del Presidente dell’Assemblea Rabbinica coadiuvato da uno dei migliori soferim in Italia. Insieme hanno scelto quello più adatto al restauro. Il Sefer scelto è di grafia askenazita, scritto nel XIV° secolo; se fosse ripristinato al suo uso originario, sarebbe il più antico Sefer Torah in utilizzo in Italia. Tesoro dall’inestimabile valore culturale, il lavoro necessario per il suo restauro è notevole: comprende la pulitura delle pergamene dalla polvere accumulata, il restauro delle pergamene lacere, la cucitura delle pergamene scucite, il riempimento delle lettere che presentano cancellature o fenditure dell’inchiostro anche minime (ha‐nirà le‐ain), il controllo di tutti i rattoppi (matlitim) effettuati nel corso degli anni e la sostituzione di quelli che non si ritengono soddisfacenti e infine il restauro di tutti i fori di tarli con pasta di pergamena e riempimento delle lettere spezzate. Ora sarebbe tutto pronto per iniziare il lavoro. La Fondazione ha richiesto ad alcune fondazioni bancarie il necessario supporto economico, che non è ancora arrivato. È però evidente che, in una più ampia ed onnicomprensiva accezione di bene culturale, il restauro di una pergamena antica sia importante per le Fondazioni locali (fino ad oggi attente e generose verso il nostro patrimonio artistico), ma che in questo caso particolare queste non at‐ Celebrando i patrioti consapevoli che fecero l’Italia tribuiscano lo stesso valore e la stessa importanza che il restauro di un Sefer Torah può avere per il mondo ebraico: senza un Sefer Torah kasher a questa comunità manca una parte fondamentale che le permetta una regolare esistenza, non potendo offrire il servizio e il supporto religioso ai propri iscritti. La Fondazione si mette sempre a disposizione delle singole Comunità ebraiche per incentivare e canalizzare le sponsorizzazioni, ma si augura che anche privati, che siano essi imprese o persone fisiche, possano contribuire per restauri e valorizzazioni del nostro patrimonio artistico, usufruendo delle detrazioni fiscali per chi promuove iniziative in campo artistico e culturale. In questo caso c’è un antico Sefer Torah che chiede di tornare sulla Tevah.

Diletta Cesana, Italia Ebraica , aprile 2012

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