korban…
Lo shabbàt che precede Pèsach è, secondo la tradizione, lo shabbàt in cui fu comandato agli ebrei che si preparavano a uscire dall’Egitto di prendere l’agnello che sarebbe stato poi sacrificato poco prima dell’uscita dall’Egitto. Questa mitzvà doveva avvenire in due fasi. L’agnello doveva essere prima prelevato e poi, quattro giorni dopo, portato in sacrificio. Queste due fasi, secondo il midràsh, rappresentano due momenti importanti della preparazione all’uscita. Il primo momento è quello del distacco dall’idolatria. Il verbo usato è mishkhù – che vuol dire letteralmente tirate, ritraete; gli ebrei vengono invitati a ritirasi indietro, a ritrarsi dall’idolatria egizia. La seconda fase è il korbàn – sacrificio. Questa parola deriva dalla radice krb – avvicinarsi. Il korbàn rappresenta l’avvicinamento a Dio e alla Torà. Si tratta quindi di allontanarsi per poi avvicinarsi. Molto spesso un avvicinamento deve essere preceduto da un allontanamento.
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano